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Cronaca

Caffè Terzi chiuso per mancanza personale, Begaj: "Forse serve aumentare la paga?"

Intervento del consigliere di Coalizione Civica in merito alla ormai nota vicenda del chiosco di piazza Aldrovandi

"Mi chiedo se il livello 3 del contratto collettivo nazionale del commercio, dunque non il 5, sia più adeguato alle mansioni di quel chiosco". Così il tema della chiusura del caffè Terzi di piazza Aldrovandi arriva, dopo avere fatto il giro del paese, anche in consiglio comunale.

Il caso è montato nei giorni scorsi, con il proprietario, Manuel Terzi, che ha annunciato la temporanea chiusura del chiosco di piazza Aldrovandi per mancanza di dipendenti. La selezione del personale, è poi stato scritto, ha trovato poche candidature disponibili, e quelle individuate non si sono poi concretizzate. Il tutto per un salario -a detta della proprietà- disciplinato da un regolare contratto di settore.

A Palazzo D'Accursio è il consigliere di Coalizione Civica Dejon Begaj a introdurre l'argomento, con alcune considerazioni. Per Begaj "l’azienda in questione non ha bisogno di pubblicità o di complimenti per la qualità che offre dei prodotti" ma allo stesso tempo il caso in questione "è utile per tentare, in questi pochi minuti, una piccola analisi".

"Inquadramento adeguato?"

Begaj in sostanza fa la 'radiografia' al posto di lavoro offerto, commentando che "l’offerta di lavoro è un full time completo" e che il salario offerto "di 1300-1400 con inquadramento livello 5" in realtà "ha una paga più bassa rispetto a quanto descritto, cioè tra i 1100 e i 1200". 

In più "leggendo tra i commenti sui social, la proprietà spiega che consideravano anche tredicesima e quattordicesima nell’offerta resa pubblica. Eh però questa cosa non si fa. La paga mensile è la paga mensile, la tredicesima e la quattordicesima non possono essere conteggiate in questo modo perché anche questa è una cosa che trae in inganno. Purtroppo invece è una pratica diffusa".

Infine è proprio lo stesso inquadramento a essere messo in discussione. "Anche qui con umiltà e senza pretese di verità -incalza Bagaj- mi sono chiesto se il livello 5 fosse adeguato o meno per il tipo di responsabilità che comporta tenere aperto il chiosco e servire quelli che non sono caffè qualunque. Come sappiamo, la caffetteria è un lavoro altamente professionalizzato, soprattutto quel tipo di caffetteria.

"Mi chiedo -continua il consigliere- se il livello 3 del contratto collettivo nazionale del commercio, dunque non il 5, sia più adeguato alle mansioni di quel chiosco" inquadramento che prevede "un salario più alto di almeno 400 euro netti mensili".

Begaj riconosce che "nel settore (della ristorazione, ndr) i livelli, spesso e purtroppo, non corrispondono al vero mansionamento. Ad esempio, un cameriere inquadrato come livello 6 non può mettere mano alla cassa, ed invece non è raro che emetta gli scontrini, la chiuda e faccia  i conti a fine turno. In ogni caso, al di là dei livelli, si possono applicare dei superminimi e alzare la paga;  la legge del mercato in fondo è questa. Si offre di più".

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