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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Calcioscommesse, Beppe Signori legato al 'boss' Hristiyan Ilievski?

"Signori uno dei capi del calcioscommesse in Italia", così il latitante con il quale alcuni ipotizzano il calciatore abbia intrattenuto rapporti. Secca la smentita: "Inaccettabile accostamento"

Beppe Signori avrebbe intrattenuto rapporti con Hristiyan Ilievski, il latitante considerato uno dei boss internazionali delle scommesse illegali sul calcio. Così si legge in un articolo pubblicato da La Repubblica, che ha attirato l'ira dell'ex rossoblu.

In una nota il legale Alfonso De Amicis, uno dei difensori dell'ex calciatore indagato dalla Procura di Cremona, smentisce ogni legame con il 'boss' e conferma "Beppe rimane, come è sempre stato, a completa disposizione della magistratura inquirente per rappresentare la suo completa estraneità al vergognoso quadro disegnato da quei giornalisti che pastrocchiando racconti su scarafaggi, bodyguard e cene da brividi, evidentemente perseguono con fine meramente speculativo l'aspetto più tristemente sensazionalistico di una notizia". E' "inaccettabile - conclude De Amicis, prefigurando querele - l'accostamento del noto campione a qualsiasi organizzazione criminale di sorta".

L'ARTICOLO 'INCRIMINATO'. L'articolo di Repubblica riporta parole molto forti, con le quali Ilievski avrebbe descritto l'intrigo del calcioscommesse in Italia: "Il cuore del calcioscommesse - si legge - sono proprio i calciatori: «In Inghilterra non succede, in Italia invece sì: si mettono d'accordo, poi scommettono e vendono le informazioni. Quando le vendono a noi, o quando noi le scopriamo ci puntiamo sopra forte. Altrimenti le vendono a qualcun altro". Poi la frase che ha fatto balzare sulla sedie l'avvocato De Amicis: "Alla mafia siciliana, a quella albanese, agli ungheresi oppure a Beppe Signori che è uno dei capi del calcioscommesse in Italia. A tutti. Spesso sono gli stessi dirigenti dei club a mettersi d'accordo. Alla fine dello scorso anno, sono venuto io personalmente in Italia. Era quasi tutto già deciso, chi vinceva lo scudetto, chi andava in Europa, chi finiva in serie B.
Quindi è stato un "festival". C'erano sei squadre che ritenevamo affidabili: Sampdoria, Cagliari, Bari, Lecce, Siena e Chievo. E noi abbiamo fatto un mucchio di soldi".

 


 

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