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Cronaca

Afa & temperature hot: ecco i paradisi del refrigerio "fuori porta"

Continua il nostro peregrinare per trovare un po' di sollievo e di frescura. Siamo andati fuori città: si scoprono posti bellissimi, ma per respirare è necessario "salire"

Ancora un week end di solleone e canicola insopportabile per chi è rimasto in città. Avevamo "girovagato"  a Bologna e dintorni per cercare i posti più freschi  o quanto meno vivibili.

Bologna Today è tornata on the road, questa volta verso la collina e, dalla Porrettana, qualche in metro in più sul livello del mare.

SASSO MARCONI - MARZABOTTO. Parecchie le auto come la nostra in cerca di frescura sulla Porrettana, ma è ancora caldissima Sasso Marconi, quindi decidiamo di andare più in alto. Sole e afa anche a Marzabotto e Pian di Venola dove in un baretto ci dicono "Dovete andare verso Monte Sole per respirare un po' " e noi non ce lo facciamo ripetere due volte. In verità i campi gialli, secchi con le pittoresche rotoballe ci fanno temere il peggio.

Maxi-afa: viaggio in provincia, colline e ombra

MONTE SOLE. Ma poi si comincia la salita: strade piene di ombra, boschi e tante curve... Ma noi ci spingiamo ancora oltre perchè il nome Monte Caprara ci suggerisce qualcosa. Niente bi buono in quelle zone: Dopo uno sterrato, arrivati in cima un borgo distrutto e disabitato con l'ennesimo cippo: il 29 settembre 1944, fu "sparso sangue innocente" cioè quello dei pochi che lo abitavano. Ma a ridosso della Linea Gotica, lapidi e tombe sono a ciclo continuo. E' vero si respira in quel luogo fantasma,  benchè battuto dalla "vampa" d'agosto. Scendendo verso il Parco Storico, addirittura si scorgono dei lettini da mare e in effetti c'e' aria... "Qui ieri sera avevamo il golf" dice gongolante il cameriere dell'unico punto di ristoro e albergo del Parco. Si mangia casereccio, sfogflia tirata a mano, carne e per finire "la cocomera" come la chiamano lì. E sotto il portico di legno gente, anche bolognesi, che dopo aver evitato per giorni di accendere i fornelli, si gode un piatto di tortellini con una bella arietta, e anche crescentine belle fritte.

Un piccolo passaggio in uno dei "famosi" cimiteri, è all'ombra e un po' di memoria fa sempre bene, e poi via ancora verso la Porrettana.

MONTOVOLO. "Dovete salire ancora, ad esempio verso Montovolo, lì c'è anche il santuario". Ancora una volta ascoltiamo il consiglio degli abitanti del luogo e impostiamo la località sul navigatore. Sentiero n° 178 si chiama e ancora stradine, curve e boschi, tanti, e ombra, tantissima. Casette in sasso, piccoli borghi e si sta davvero bene, si spegne il condizionatore e si abbassano i finestrini. Sembra che queste piccole vie, quasi mulattiere più o meno asfaltate, venissero usate dai pellegrini per raggiungere la chiesa. In effetti si incontrano parecchie persone che le risalgono a piedi, una penitenza, un ringraziamento? Pur nella temperatura mite e gradevole, Montovolo è un po' (molto) fuori mano e solo in salita.

Ombra, aria e bellezza: Montovolo e il Santuario

Un parcheggio sotto gli alberi, 200 metri circa di stradina sterrata in salita a piedi e poi una "spianata" arieggiata e di rara bellezza. Panorama mozzafiato. Avevano ragione i "valligiani", lì il benessere è totale. All'interno di Santa Maria della Consolazione, XIII secolo, comune di Grizzana Morandi, si respira aria fresca, ma la sua cripta, un edificio di culto precedente, oltre ad essere stupenda, è un vero frigorifero. In effetti ci accorgiamo di essere a oltre 900 metri sul livello del mare.

Ebbene, con gli occhi pieni di bellezza, ma un pò sconsolati, ci rimettiamo in macchina con una consapevolezza, anzi due: la prima è che anche uscendo da Bologna si trovano luoghi spettacolari, la seconda, e più preoccupante, è che per respirare bisogna andare a molti metri di altezza.

MUSEO ETRUSCO. Ma non siamo ancora appagati: al ritono sulla Porrettana, in ora meno critica, abbiamo comunque deciso di fermarci nell'area archeologica e al Museo Etrusco (2 euro l'ingresso!), dotato ovviamente di aria condizionata. Ben tenuto e bello da visitare anche per i preziosi pezzi che conserva.

Marzabotto: caldo, ma Museo delizioso

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