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Cronaca

Donatori di sangue, a Bologna grosso calo: 3.600 donazioni in meno rispetto al 2013

E' crisi anche per le donazioni di sangue, Luciano Zanoli, presidente della Fidas-Advs di Bologna: "Spaesamento tra i donatori per la diminuzione dei punti di raccolta"

Lottare per poter donare. E' il paradosso che vivono molti donatori di sangue nella provincia di Bologna. Molti dei quali pero' finiscono anche per arrendersi e smettere di recarsi ai punti di prelievo. E pare che non siano pochi: la Fidas-Advs conta almeno 3.600 donazioni in meno rispetto ad un anno fa. Sono trascorse poche settimane dalla riorganizzazione del sistema di raccolta sangue sul territorio del capoluogo regionale che ha visto una riduzione a 11 dei luoghi in cui si puo' donare e chi non abita sotto le Due torri deve fare i conti con disagi nuovi, "con un conseguente e tangibile calo delle donazioni". A segnalarlo è Luciano Zanoli, presidente della Fidas-Advs di Bologna, l'associazione che assieme ad Avis organizza i donatori, parlando di una situazione preoccupante per questo tipo di volontariato.

"Premettendo che c'era effettivamente bisogno di una riorganizzazione del sistema, c'e' da dire che ci e' stata imposta dall'alto", spiega Zanoli. L'Advs lamenta infatti uno scarso dialogo e un'altrettanto scarsa collaborazione con Claudio Velati, direttore unico dei servizi di Medicina trasfusionale e immunoematologia dell'Ausl e del Policlinico S.Orsola, e con Francesco Ripa di Meana, direttore generale dell'Azienda sanitaria. Zanoli segnala che la dirigenza sanitaria, inizialmente voleva "abolire tutti i punti di raccolta sparsi sul territorio, poi Velati si e' fermato a cinque. Solo dopo una contrattazione con noi della Fidas-Advs e con Avis, siamo arrivati a 11. Inutile dire che si e' creata una situazione - continua Zanoli- che ha causato certamente un certo spaesamento tra i donatori e non e' una caso che rispetto al 2013 si siano registrate 3.600 donazioni in meno".

TASTO DOLENTE: I RIMBORSI SPESE. A complicare ulteriormente le cose, c'e' poi un altro tasto dolente che riguarda i rimborsi spese per chi viaggia per donare il sangue: da qualche mese non sono piu' previsti. Il giornale dell'Advs ha raccolto e pubblicato le lettere di quanti considerano quest'ultima novita' come la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo la riduzione dei punti di prelievo. "Ci sono arrivate molte lamentele a riguardo, e direi giustamente- spiega Zanoli- anche questa e' una decisione che dipende da Velati: in quanto unico responsabile del Servizio trasfusionale metropolitano ha l'ultima parola a riguardo. É indubbio che anche questa scelta sia un ulteriore ostacolo e genera disaffezione nei donatori".

Ma le criticita' non finiscono qui: e' stato "imposto che ogni equipe di raccolta del sangue possa eseguire massimo 30 prelievi per ogni sessione di donazione, una procedura a 'numero chiuso' che non ci spieghiamo: perche' fare 30 donazioni quando se ne potrebbero ottenere di piu'?". Peraltro, "e' risaputo che le riserve di sangue in Emilia-Romagna si stanno assotigliando- conclude Zanoli- e questo, anche se grazie alle nuove tecniche chirurgiche si e' notevolmente ridotto l'utilizzo di trasfusioni e di conseguenza e' calato il fabbisogno di sangue, e' un dato da non ignorare. Non un grido di allarme, ma un sintomo che dovrebbe far capire che e' necessario invertire la rotta per quanto riguarda le donazioni. Magari promuovendole e non comprimendola frapponendo ostacoli".

Lo j'accuse di Zanoli, pero', non trova una sponda nell'Avis. Dario Bresciani, presidente provinciale dell'Avis, non imputa il calo dei donatori, che pure c'e', alla riorganizzazione del sistema, quanto semmai all'effetto di una tendenza generale. "Il calo c'e', ma i motivi sono tanti. Puo' sembrare strano, ma anche questo momento di crisi influisce sulle donazioni: per quamto assentarsi da lavoro per donare il sangue sia tutelato dalla legge, diventa sempre piu' difficile per i volontari chiedere dei permessi anche per un giorno".

Detto questo, conclude Bresciani, "e' ancora presto per stilare un primo bilancio, dopotutto la riorganizzazione dei luoghi di raccolta sangue e' stata appena fatta. Sicuramente c'e' stata una maggiore razionalizzazione degli orari con il sistema delle prenotazioni, che evita file interminabili davanti ai punti di donazione".

(Agenzia Dire)

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