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Cronaca

Colpo alla Camorra: con l'operazione "Vulcano" sequestro per 8 milioni di euro

I Carabinieri del Ros, nel dare esecuzione al decreto emesso dal Tribunale di Bologna hanno sequestrato patrimoni accumulati dal clan nel Riminese, nel Napoletano e nel Casertano

Colpo dei Carabinieri del Ros, inferto al clan camorristico Vallefuoco. I militari, nel dare esecuzione al decreto emesso dal Tribunale di Bologna - nell'ambito dell"Operazione Vulcano - hanno sequestrato patrimoni accumulati dal clan nel Riminese, nel Napoletano e nel Casertano, per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro. L"Operazione Vulcano, tra il febbraio 2011 e il dicembre 2012 - si legge in una nota dell'Arma - ha portato all'esecuzioni di 31 procedimenti cautelari personali per associazione mafiosa, tentato sequestro di persona, estorsione, usura e altro, aggravati dal metodo mafioso.

I BENI CONFISCATI. Tra i beni sequestrati, viene specificato, rientrano una struttura ricettiva e di ristorazione 'Nuovo Tarabacco' di Rimini; l'agenzia investigativa 'Hitchkok', sempre di Rimini; due società di recupero crediti riconducibili al boss Francesco Vallefuoco, oltre a 11 immobili, 12 beni mobili, più di 60 rapporti bancari e contratti assicurativi.

LA CAMORRA E IL BOSS FRANCESCO VALLEFUOCO. L"Operazione Vulcano, è stata condotta nei confronti dell'organizzazione camorristica capeggiata da Francesco Vallefuoco e ha permesso di scoprire una serie di attività usurarie e estorsive a danno di imprenditori e commercianti dell'Emilia-Romagna e della Repubblica di San Marino. In particolare, viene osservato dai carabinieri, il clan acquistava, in maniera fraudolenta, aziende avviate, poi condotte al fallimento, così da truffare istituti di credito e imprenditori locali. Il sequestro dei beni, disposto dal decreto del Tribunale felsineo, ha riguardato società attive nelle ristorazione, nel recupero crediti, nell'edilizia e nelle investigazioni private e immobili nei comuni di Rimini, di Brusciano nel Napoletano, di Monte Grimano nel Pesarese, di Lupara in provincia di Campobasso e di Casal di Principe, nel Casertano.

TUTTE LE MODALITA' DI ILLECITO, DAI PRESTANOME A UNA STRUTTURA RICETTIVA NEL RIMINESE. Al fine di sottrarre le ricchezze accumulate in maniera illecita gli aderenti all'organizzazione, hanno accertato i Carabinieri, hanno fatto ricorso a prestanomi e a persone a loro legate da vincoli di parentela. L'indagine dell'Arma, ha anche svelato come attraverso le diverse attività commerciali il clan fosse riuscito a far circolare denaro, assegni e altri titoli, costituenti prezzo e profitto dei reati commessi. Nel dettaglio, la struttura 'Nuovo Tarabacco', tra i beni sequestrati, era stata acquistata con proventi illeciti e poi venduta in modo da eludere le misure di prevenzione antimafia; il titolare dell'agenzia investigativa, anch'essa sequestrata, é indagato per avere fornito ai vertici del clan informazioni per il recupero crediti mentre le due società di recupero crediti, pure sequestrate, sono state utilizzate per dissimulare attività estorsive e di usura e cooptare le attività economiche delle vittime.

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