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Cronaca

"Facinorosi" al carcere della Dozza: danneggiamenti e due agenti feriti

Detenuti che già in passato avrebbero creato situazioni problematiche e che "nonostante i vari allontanamenti subiti in passato, adesso sono nuovamente presenti presso l’Istituto in questione"

Sabato 13 marzo, ancora disordini al Carcere della Dozza, a un anno dalla violenta rivolta del 9 e 10 marzo 2020. Secondo quanto riferiscono i sindacati di Polizia Penitenziari, Sinappe Fp-Cgil, gli episodi si sarebbero svolti al primo e secondo piano del Reparto Giudiziario, per mano di "diversi detenuti che in passato hanno creato situazioni molto problematiche, sia all’interno dell’Istituto che presso la camera di sicurezza dell’Ospedale S. Orsola, e che nonostante i vari allontanamenti subiti in passato, adesso sono nuovamente presenti presso l’Istituto in questione".

Durante i disordini "per tutto il pomeriggio della giornata di sabato, oltre ad i danneggiamenti registrati ed ai gravi atti di autolesionismo messi in atto, anche due agenti hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, riportando prognosi importanti dai 5 ai 15 giorni" fa sapere Fp Cgil che, il 10 marzo scorso aveva lanciato l’ennesimo allarme dovuto al sovraffollamento dell’Istituto bolognese, dove ad oggi si contano ancora circa 740 detenuti presenti con alcuni detenuti isolati in un apposito reparto a causa della loro positività al Covid 19, condizioni che finiscono per creare, come accaduto nella giornata di sabato, prevedibili tensioni tra detenuti o tra gli stessi ed il personale in servizio".

"Non è più tempo di riflettere sulle soluzioni da adottare , bisogna agire nell’immediatezza con scelte radicali, che prevengano il verificarsi di episodi ancora più gravi e drammatici - scrive Sinappe in una nota - la prima cosa da fare è: predisporre una sezione per la gestione di detenuti di difficile gestione, fino a quando non si riusciranno a garantire percorsi rieducativi e lavorativi adeguati sia nel numero che nel merito.
Un’altra problematica che non va sottovalutata, che spesso è la causa di episodi etero e autoaggressivi, è la produzione e traffico illecito di distillato e/o derivati della frutta di tipo alcolico all’interno delle sezioni in questione". 

"Unico segnale positivo che si è registrato in questi giorno è il blocco momentaneo degli arrivi di altri detenuti dall’esterno disposto dall’Amministrazione, situazione che ha dato un sia pur minimo momento di respiro al personale, ma che evidentemente non è ancora sufficiente a garantire condizioni di lavoro e di vivibilità all’interno delle sezioni adeguate - scrive ancora il sindacato  sottolinmeando come - in un Istituto che risulta per certi versi ancora ferito dalla violenta rivolta dello scorso anno, le continue assegnazioni di soggetti ben conosciuti per le loro intemperanze, sia nel carcere bolognese che in altri Istituti, non giovano a mantenere un clima sereno, ma rischiano purtroppo di determinare ulteriori tensioni ed episodi di violenza come quelli accaduti nel corso della giornata del 13 marzo". 

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