Ancora disordini al Pratello: detenuti ingeriscono batterie e appiccano incendio
Lo denuncia il sindacato penitenziari, Sinappe: "Sovraffollamento e limiti strutturali li costringono alla promiscuità forzata e a difficili esperimenti di adattamento". Poi ci si è messa anche la pandemia
Si torna a parlare del sovraffollamento e della carenza di strutture e personale al carcere minorile del Pratello, dove, come riferisce la segreteria del sindacato di polizia penitenziaria, Sinappe, due detenuti avrebbero ingerito delle batterie finendo, poi, in ospedale. Un altro detenuto avrebbe dato fuoco a un lenzuolo saturando di fumo gli esigui spazi della sezione detentiva "peraltro privi di aspiratori. Sovraffollamento e limiti strutturali (mai superati) costringono i detenuti alla promiscuità forzata e a difficili esperimenti di adattamento per potersi ricavare spazi fisici e mentali" scrive il Sinappe.
Ci si è messa anche la pandemia riducendo e sospendendo "le attività formative, culturali e familiari, attività queste fondamentali che permettono di mantenere in vita il contatto con l’esterno. Lo ribadiamo: a parere di chi scrive è forte la necessità di adeguare, senza indugi, questi luoghi ai criteri di funzionalità e sicurezza al fine di garantire condizioni di lavoro sicuro e dignitoso al personale e tutela dell’utenza detenuta".
Sulle carceri interviene anche il consigliere regionale del Pd e fondatore di Avvocato di strada, Antonio Mumolo: “Nelle carceri dell'Emilia Romagna, già sovraffollate, non viene rispettato il principio di territorialità ovvero vengono detenute persone che arrivano da altre regioni e questo crea problemi ulteriori ai reclusi, ai loro parenti, ai loro avvocati e al personale degli istituti". "Questo problema c'è anche nel carcere minorile del Pratello di Bologna, che sono andato a visitare, dove si vuole passare da 25 a 50 posti – spiega il consigliere dem -, per accogliere anche i minori detenuti che vengono da altre regioni. Ritengo sia profondamente sbagliato e dannoso impedire ai ragazzi di poter stare vicino ai loro familiari". Mumolo stigmatizza anche la presenza di neonati in carcere con le madri e chiede che “si provveda in tempi brevi a trasferire madri e figli minori in case famiglia protette, strutture esistenti e già finanziate, per fare in modo che i bambini non debbano subire l'esperienza del carcere”.
“L'emergenza da Coronavirus ha ridotto i diritti, anche sanitari, dei detenuti - conclude Mumolo - Il sovraffollamento carcerario e la carenza di personale medico-sanitario sono un serio problema. E’ recente l’allarme dei sindacati sul fatto che al carcere della Dozza di Bologna siano presenti appena 4 medici per 800 detenuti”.