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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Carcere, il garante: "Deterioramento condizioni del reparto giudiziario, servono attività"

Produzione clandestina di alcool, pestaggi e anche una violenza sessuale. Il braccio è lo stesso che originò la rivolta nel primo lockdown

Nel carcere bolognese della Dozza "c'è una percezione di complessivo deterioramento delle condizioni al secondo piano del reparto giudiziario", già focolaio della rivolta dello scorso anno e teatro, nelle ultime settimane, di vari episodi di violenza, culminati nella violenza sessuale denunciata da un giovane detenuto poco meno di due settimane fa. A dirlo, intervenendo in una seduta di commissione in Comune, è il Garante comunale dei detenuti, Antonio Ianniello.

Per quanto riguarda i fatti di violenza più recenti, in primis la violenza sessuale dello scorso 14 maggio, Ianniello spiega che "la mattina dopo mi sono recato a colloquio con il detenuto, e la sera stessa ho inviato una nota a tutte le autorità e le istituzioni competenti, anche riguardo ad altri episodi che si sono verificati recentemente al secondo piano del reparto giudiziario".

Sempre lì, ricorda infatti il Garante, nelle scorse settimane "un detenuto ha subito un pestaggio da parte di altri detenuti ed è finito in ospedale", e non mancano i casi di distillazione in cella di alcolici, il cui abuso "porta ad atteggiamenti aggressivi o autoaggressivi".

Infine, spiega Ianniello, "risultano domande di colloquio pendenti da parte di detenuti di quel piano, che chiedono di incontrarmi, e sarà mia premura dare un riscontro al più presto, anche per capire meglio che clima si respira in quell'ambiente". Per far sì che la situazione migliori, il Garante è convinto che serva "un consolidamento del regime delle 'celle aperte' e della sorveglianza dinamica", regime a cui, invece, vengono spesso imputati "in maniera potenzialmente molto fuorviante, gli episodi critici".

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Tuttavia, riconosce Ianniello, per far funzionare al meglio questo sistema occorrerebbero "ampliamenti dell'offerta trattamentale e il miglioramento delle condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, attraverso investimenti in strumentazioni tecnologiche", mentre "per varie ragioni questo processo non ha ancora raggiunto la sua pienezza, anche a Bologna".

Ad esempio, dettaglia il Garante, "a causa del sovraffollamento manca un'adeguata offerta trattamentale, gli spazi detentivi sono inadeguati, e ci sono carenze di organico, specialmente tra gli educatori". Come se non bastasse, non ci sono nemmeno stati "i necessari investimenti nei sistemi di videosorveglianza, che potrebbero agevolare il lavoro degli operatori penitenziari", e sarebbe auspicabile "anche un'intensificazione delle visite in istituto da parte dei magistrati di Sorveglianza, che però soffrono a loro volta di carenze di organico".

Infine, Ianniello ritiene "necessaria un'intensificazione degli interventi multidisciplinari, in particolare nei confronti dei detenuti che manifestano più accentuate problematiche personali": in particolare, conclude, sarebbe opportuno "attivare incontri sull'uso responsabile delle sostanze alcoliche". (Ama/ Dire) 

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