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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Via del Gomito

Sovraffollamento Dozza, detenuti in stato di agitazione: al via sciopero della fame

Tagli alle risorse destinate alle carceri: i reclusi in protesta per porre all'attenzione pubblica lo stato allarmante delle loro condizioni di vita. La manifestazione aderisce all'iniziativa di Pannella

Stato di agitazione per i detenuti della Dozza, che in una lettera aperta a Vanna Minardi - Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna - hanno dato notizia di avere organizzato, a partire da domani, una forma di protesta pacifica. I carcerati rifiuteranno il vitto fornito dall’Amministrazione penitenziaria, effettuando ogni giornata la cosiddetta pratica della “battitura”, a partire dalle ore 12 per 15 minuti ininterrottamente.

Questo sciopero della fame si delinea come gesto simbolico per sottoporre all’attenzione pubblica lo stato delle condizioni di vita  all’interno del carcere della Dozza. In particolare si denuncia, come si legge in una nota divulgata dalla Minardi, "il sovraffollamento,  che caratterizza le condizioni di detenzione all’interno dell’Istituto in termini di emergenza umanitaria".

In un contesto di progressivi tagli delle risorse destinate alle carceri, a Bologna come su tutto il territorio nazionale, la protesta vuole anche porre l'attenzione sulle condizioni di lavoro del personale penitenziario "il cui numero non è congruo, ai limiti della sopportabilità".

La manifestazione pacifica - viene dichiarato - vuole anche essere una forma di adesione all’iniziativa di Marco Pannella "per sensibilizzare l’opinione pubblica sul drammatico stato delle carceri nazionali e sull’opportunità di un provvedimento di amnistia".

La Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna ha espresso solidarietà ai detenuti, "auspicando interventi urgenti che possano arginare il sovraffollamento delle carceri e consentire un miglioramento delle condizioni di vita all’interno degli istituti di pena, tanto per i detenuti quanto per chi vi opera quotidianamente".

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