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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Fanno visita a un parente alla Dozza e gli portano dell'hashish nascosto nel cibo

La denuncia parte dal Sappe e da Giovanni Battista Durante: "Ricordiamo che solo sei regioni dispongono delle unità cinofile, tra queste non c'é l'Emilia-Romagna"

Non si placano i tentativi di introdurre droga nel carcere della Dozza e sono gli stessi familiari dei reclusi a tentare di introdurli. Lo afferma il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante: "Ieri è successo nel carcere bolognese della Dozza, dove i famigliari di un detenuto di origine magrebina hanno cercato di consegnare hashish al proprio congiunto, occultandola tra i generi alimentari che gli stavano consegnando". Gli agenti, effettuando la perquisizione e i controlli di rito, si sono accorti della presenza dell'involucro e lo hanno sequestrato.

DROGA IN CARCERE. Dopo i controlli è risultato che si trattava di cinque grammi di hashish pronti per essere usata all'interno del carcere. "I tossicodipendenti in carcere - ricorda Durante - sono circa il 25% della popolazione detenuta e molti di loro potrebbero usufruire di misure alternative alla detenzione, come la sospensione della pena e l'affidamento terapeutico, se avessero già superato un programma di recupero, ovvero intendessero sottoporsi a tale programma. Inoltre, la polizia penitenziaria non dispone di idonei strumenti per prevenire l'introduzione di sostanze stupefacenti in carcere. Ricordiamo che solo sei regioni dispongono delle unità cinofili, tra queste non c'é l'Emilia-Romagna".

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