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Cronaca

Il cardinale Caffarra colto da un malore: sviene durante la messa di San Petronio

Un malore improvviso ha colto sua eminenza nel mezzo della funzione celebrativa per il Santo Patrono, in piazza Maggiore: portato via in ambulanza, sgomento tra i fedeli. Ma dai primi aggiornamenti si tratterebbe di un calo di pressione

Un malore improvviso ha colto il cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, nel bel mezzo della processione celebrativa per il Santo Patrono, svolta in piazza Maggiore.

Sua Eminenza è svenuto al termine della messa che lui stesso aveva celebrato. Forse uno strascico della sindrome influenzale, che lo aveva interessato nei giorni scorsi.

Il cardinale è stato soccorso in ambulanza. Secondo i primi aggiornamenti, si sarebbe trattato di un calo di pressione.

Ma l'angoscia ha colto i fedeli presenti alla celebrazione. Si spezza il giubilo della festa di San Petronio, in una giornata iniziata all'insegna della partecipazione massiccia della della comunità agli eventi e alle iniziative organizzate per l'occasione in città.

Processione patronale 4 ottobre 2011

L'OMELIA DEL CARDINALE. Prima di crollare al suolo Caffarra ha toccato temi di scottante attualità durante la sua omelia. Dal degrado cittadino alla crisi economica che con la sua mannaia miete vittime.

Per uscire dalla crisi: "La contrapposizione tra pubblico e privato è un vecchio pregiudizio ideologico, falso sul piano di dottrina della società, devastante sul piano pratico, e che la storia stessa si è già incaricata di condannare. Va pienamente riconosciuta la funzione sociale del privato: si pensi alla famiglia". Secondo il cardinale, serve "un vero e profondo cambiamento culturale, una vera e profonda trasformazione di mentalità, che ha un nome: si chiama sussidiarietà. Se questa conversione accade, è l'architettura stessa della nostra cittadinanza, della nostra civile convivenza, che cambia profondamente. Non abbiamo forse il diritto di sperare che Bologna possa diventare un vero laboratorio sociale della sussidiarietà? 
Nel proporre l'istituzione di un "consiglio permanente sulla sussidiarieta", Caffarra ha invitato anche a "superare il pregiudizio" della "concezione ancillare del rapporto della società civile colle istituzioni pubbliche".

"Sporcizia e conseguente degrado sono il segno di un disinteresse per la propria città". E' questo il rischio principale che l'arcivescovo di Bologna ha individuato per la città "ridotta ad un degrado tale, quale forse non ha mai conosciuto nella sua storia recente".
Esiste ancora - ha chiesto Caffarra, parlando nella Basilica di San Petronio - nel cuore di ogni bolognese quell'amore per la sua città che non consente che sia sfregiata e deturpata nella sua bellezza? Se così fosse, non vedremmo la nostra città ridotta ad un degrado tale, quale forse non ha mai conosciuto nella sua storia recente.

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