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Cronaca

"Caro bollette devastante, nell'industria ci sarà più Cig"

Così il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari

Il trend di crescita prosegue, nonostante i comparti ancora in difficoltà sulla ripartenza, ma i segnali di frenata di fine 2021 ora sono aggravati da "uno scenario particolarmente incerto", tra costi delle materie prime 'impazziti' e scenari geopolitici più incerti che mai. L'emergenza rincari per l'industria manifatturiera anche sulla via Emilia, infatti, "è il tema di questi giorni, è quello più rilevante ed è devastante".

Avvisa così oggi a Bologna il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari, intravedendo all'orizzonte, fra l'altro, nuova cassa integrazione. Se a livello nazionale l'impennata della quotazione del gas naturale ha fatto lievitare i costi energetici per le imprese da quota 8 miliardi di euro nel 2019 a 37 miliardi nel 2022, l'associazione di via Barberia stima che la bolletta dell'industria regionale sale da 700 milioni di euro del 2019 a 4 miliardi di quest'anno.

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"Sono numeri- evidenzia Ferrari- non gestibili facilmente per qualsiasi attività ad alta intensità energetica, ma anche media. Certamente, molte aziende che pur con carico di ordini rilevante, si ritroveranno a produrre senza marginalità, e questo se non inciderà su quest'anno lo farà sui prossimi, nella quota di investimenti che potranno sostenere. È anche possibile, e probabile, che qualche azienda dovrà ridurre i cicli produttivi, con un po'- annuncia l'industriale modenese- di nuova cassa integrazione".

Il caro bollette nell'industria emiliana

Ci sono ancora settori in difficoltà sulla ripartenza, tra ristorazione, alberghi e terziario in primis ma non solo, e se il nodo rincari non si scioglierà a breve, le aziende, pur avendo ordini, andranno in sofferenza. "Non credo ci saranno licenziamenti- continua Ferrari- anche se, in qualche settore, non escludo che la cassa integrazione potrà aumentare. Ad esempio il settore della produzione di mattoni viene colpito duro dai rincari, visto che i forni valgono il 55-60% dei costi.

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Oppure penso al settore della ceramica, dove sono state prolungate le ferie invernali, anche se la sua domanda tiene perché il prodotto è molto forte". In tutto questo, "un altro freno pazzesco" ad una ripresa non solo di breve periodo è il problema della ricerca di personale, tra tecnici e non che anche in Emilia-Romagna non si trovano. Puntualizza quindi il presidente di Confindustria Emilia-Romagna: "Cosa chiediamo al Governo? Il Governo sa e saprà bene cosa fare, in una situazione così difficile. Le misure per attenuare il carico sulle famiglie sono ormai un dato acquisito, ma si potrebbe pensare anche alla riduzione delle accise sugli extra costi, in modo da mettere in equilibrio la bilancia economica dello Stato, riducendo in modo rilevante la bolletta energetica delle imprese". (Lud/ Dire) 

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