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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Maggiore

Ex Cie via Mattei, coordinamento migranti in piazza per la chiusura: "Sovraffollato, salute a rischio"

La denuncia: "Ammassate decine di persone nelle camere, si vivein spazi dove non è possibile mantenere il distanziamento sociale"

Coordinamento migranti e Black lives matter Bologna oggi radunati in piazza Maggiore per chiedere la chiusura del'ex Cie di via Mattei, denunciandone il sovraffollamento e temendo per la salute degli ospiti.

"Per i migranti che vivono nel centro Mattei il ritorno alla normalità che dovrebbe seguire alla pandemia continua ad essere segnato dal razzismo e dallo sfruttamento. Continuano a vivere in camere sovraffollate, dove sono ammassate decine di persone, e in spazi dove non è possibile mantenere il distanziamento sociale. Continuano ad andare al lavoro in fabbriche e magazzini dove non viene rispettata alcuna norma di sicurezza e di prevenzione". Così denunciano le due realtà radunate oggi davanti al Comune del capoluogo emiliano preoccupati per "le vite e la salute dei migranti e di tutti coloro che vivono in questa città".

Migranti davanti al Comune per la chiusura del Mattei

"Durante questi mesi, nonostante le denunce dei migranti del CAS e le continue richieste di chiudere i centri e trasferire gli ospiti in appartamenti, la Regione, il Comune e la Prefettura si sono limitati a parlare tanto e a non fare nulla, rimbalzandosi le responsabilità e lasciando le cose immutate", attaccano le due realtà, richiamando al recente focolaio covid individuato nell'hub: "Circa due settimane fa nel centro Mattei sono stati trovati casi di coronavirus, legati al focolaio scoppiato nel magazzino Bartolini, ma nemmeno di fronte a questo sono stati adottati i provvedimenti adeguati. I migranti contagiati sono stati messi in isolamento, pagando il costo sanitario ed economico dell’indifferenza delle istituzioni. Per chi è costretto a lavorare con contratti precari, brevi e a chiamata la quarantena vuol dire non poter lavorare, non avere diritto né alla disoccupazione né ad alcun sussidio, non avere alcuna entrata economica e a volte a dover rinunciare ai propri progetti di vita".

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