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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Donato / Via del Lavoro

Disabile torna a casa, la trova occupata e con la serratura cambiata

E' accaduto qualche giorno fa e ora questa famiglia, che non può più entrare nella sua casa Acer, è ospite dell'Opera di Padre Marella: il padre è cieco e i figli hanno solo 3 e 4 anni. Il timore: "Dentro le nostre cose, le mie medicine. Non posso permettermi un avvocato"

E' rientrato dopo un periodo fuori Bologna e la sua casa nel frattempo è stata occupata, la serratura cambiata. E' successo al 66enne Antonio Santoro, intestatario di un appartamento Acer in via Vezza e per altro, invalido con a carico moglie e due figli di 3 e 4 anni. 

Antonio è un non vedente e ora, lui e la sua famiglia, sono ospiti dell'Opera di Padre Marella (eccezionalmente visto che la struttura non accoglie famiglie) che lo ha sistemato in una piccola stanza: "Io, mia moglie e i nostri due bambini siamo stati fuori Bologna per problemi familiari circa un mese e mezzo. Al nostro rientro abbiamo trovato la serratura di casa cambiata e non siamo riusciti ad entrare nel nostro appartamento. Abbiamo suonato, bussato: si sente che dentro c'è qualcuno, ma non aprono". 

Non aveva avuto nessuna avvisaglia, altri appartamenti erano stati già occupati abusivamente nello stabile? "La vicina a cui avevo lasciato le chiavi mi aveva avvertito di alcuni movimenti strani il 28 febbraio e il 4 marzo, quando sono rientrato, ecco la sgradita sorpresa. So che nel palazzo, negli ultimi piani, sono stati murati degli appartamenti per non farli occupare, ma nulla di paragonabile a ciò che è successo a me. Lì dentro ci sono tutte le nostre cose, persino le mie medicine per il diabete". 

Ha avvertito le forze dell'ordine? Che cosa le hanno detto? "Ho raccontato tutto al Commissariato Pontevecchio. Mi hanno detto di aspettare, ma dopo 5 giorni non è successo ancora nulla e io non posso certo permettermi un avvocato. Io da solo con la mia pensione mantengo la mia famiglia. Mia moglie è senza lavoro e lo sta cercando, ma non lo trova. Nessuno dell'Amministrazione pubblica si è fatto vivo e spero che presto mi dicano qualcosa". 

Pensa che l'abbiano spiata? Che abbiano notato che da qualche giorno nessuno entrava o usciva dall'appartamento? "Penso che ci fosse una talpa. Mi avevano chiamato tempo fa per l'assegnazione di una casa più grande (la mia è davvero piccola) ma poi è saltato tutto. Non so adesso se riavrò mai la mia casa e non so come fare". 

Le prime reazioni arrivano dalla politica, e in particolare da Fabrizio Nofori, portavoce provinciale di Fratelli d'Italia Bologna: "Non ci sono parole per commentare quanto successo. Invalido, con la moglie e i due figli, è ora ospitato in una stanza dall'Opera Pia di Padre Marella. Auspichiamo l'intervento immediato delle autorità per restituire l'alloggio al legittimo assegnatario. Non se ne può più di questi soprusi e di una amministrazione connivente con questi delinquenti. Adesso basta, intervenga il Prefetto, se necessario, ma non è una situazione che può essere tollerata a lungo!". 

CONFABITARE SULLE OCCUPAZIONI. “Occupare è bello? No, occupare è illegale ed è un atto che lede i diritti altrui. Le occupazioni  a Bologna vanno bloccate subito, altrimenti il fenomeno diventerà incontrollabile”. Alberto Zanni, Presidente nazionale  di Confabitare – associazione proprietari immobiliari -  spara a zero contro quella  “cultura dell’illegalità, di cui sono portatori  Collettivi e gruppuscoli vari che strumentalizzano la disperazione di tanta gente per occupare abusivamente appartamenti  o interi palazzi vuoti”.

Il tutto, secondo Zanni, sotto lo sguardo indifferente delle istituzioni, che “spesso danno l’impressione di non volere disturbare troppo questi signori, probabilmente per ragioni di ordine pubblico e per non alimentare tensioni sociali”. Il presidente di Confabitare ne ha un po’ per tutti, ma il bersaglio principale è Palazzo d’Accursio:  “il Comune è il maggiore responsabile di questa situazione – tuona Zanni - perché la gestione degli alloggi popolari è di sua competenza. Se centinaia di famiglie vivono il dramma di non trovare casa, Merola e compagni si devono porre qualche domanda e attivarsi concretamente per risolvere il problema".

"È la loro inerzia che di fatto favorisce il proliferare delle occupazioni”. Ma che fare   di fronte ad un fenomeno che ormai è diventato di moda?  Confabitare ha un’unica ricetta: “le istituzioni facciano il loro dovere, cioè usino il pugno duro. Stop quindi alle occupazioni-  incalza Zanni-  perché se passa il messaggio che in fondo si tratta   di azioni fatte a fin di bene,  per dare un tetto a  chi non ce l’ha, allora è il trionfo della cultura della illegalità ed il principio che chiunque può infrangere impunemente le regole”.
 

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