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Cronaca

Emergenza casa, Comune: 'Promuoviamo iniziativa legislativa per l'uso di edifici statali inutilizzati'

Amministrazione e sindacati hanno siglato un accordo per far fronte alla situazione. Tra le principali azioni: potenziamento servizi Erp, risorse aggiuntive da destinare agli investimenti per la casa, più punti d’ascolto, sinergia tra istituzioni, imprese e mondo del lavoro

"La  casa deve essere una priorità nazionale, per questo stiamo promuovendo un'iniziativa legislativa per l'utilizzo degli edifici statali inutilizzati insieme ai parlamentari del nostro territorio". 
Così Virginio Merola, Sindaco di Bologna, sottolinea il punto centrale dell'accordo siglato oggi da Amministrazione e sindacati per "affrontare con soluzioni concrete" la domanda crescente di alloggi. La priorità è la riduzione delle lista di attesa ERP, perché la casa "è un diritto per i cittadini - ribadisce il sindaco - un diritto che intendiamo promuovere rilanciando la nostra azione a partire dai quattro punti condivisi questa mattina".

A fronte dell'emergenza abitativa tangibile in città (dove proprio nelle ultime settimana abbiamo toccato con mano i riflessi, vedi i maxi sgomberi in via Solferino e Fioravanti), nell’incontro odierno le parti hanno convenuto che "istituzioni, imprese e mondo del lavoro devono e possono operare in sinergia per dare risposte concrete alla forte domanda abitativa della nostra comunità".l verbale di accordo siglato dagli assessori Amelia Frascaroli (Servizi  sociali), Riccardo Malagoli (Politiche abitative), Matteo Lepore (Economia), Cgil, Cisl e Uil parte dalla premessa che "nella crisi, la perdita del lavoro e la conseguente riduzione del reddito (o  in  alcuni  casi al venire meno di qualsiasi entrata economica), nonché l’aumento  del  lavoro  povero  e  precario, anche nella nostra città ha determinato per centinaia di persone e decine di famiglie una situazione di estrema povertà, a volte di illegalità o morosità incolpevole".
I numeri e le cifre - spiegano Comune e sindacati - "ci consegnano un problema abitativo nella nostra città con  dimensioni  importanti, più significativo rispetto al passato recente, nel quale alcuni interventi hanno attenuato la dimensione e gli effetti. Da questo  punto  di  vista  occorre rafforzare  tutti  gli  interventi sotto l’aspetto economico, progettuale, organizzativo, relazionale". A  tale  scopo,  le  parti  condividono  quattro urgenti linee d’azioni da mettere in campo nell’immediato. 

LINEE D'AZIONE. In primis proporre un’iniziativa legislativa in ambito Parlamentare per permettere ai  Comuni  l’utilizzo del patrimonio statale inutilizzato  a finalità abitative, in modalità e costi compatibili con i bilanci degli enti locali e  i  contesti  sociali  all’interno dei quali ci si muove, sulla scorta di quanto già ottenuto per l’ex residence Galaxy a Bologna.

Poi c'è l'obiettivo di ridurre sensibilmente la lista d’attesa per gli alloggi Erp, che "può essere raggiunto impegnando l’Amministrazione Comunale ad aumentare la  capacità  organizzativa  dell’ufficio  preposto, presso Acer, all’esame delle  domande  Erp  con  nuove  risorse  umane  allo scopo di continuare a velocizzare   i  tempi  per  l’evasione  delle  domande".  L’Amministrazione Comunale  si  impegna a individuare risorse aggiuntive da destinare agli investimenti per la casa.

Terzo punto: "le  politiche  di emergenza abitativa, differentemente dalla graduatoria ERP, sono finalizzate al soddisfacimento di bisogni temporanei e di estrema povertà, nonchè alla promozione di percorsi per il rientro alla legalità". A tale  scopo  le parti si impegnano a condividere nell’immediato un progetto speciale focalizzato sul reperimento di una o più strutture vocate a questo scopo da mettere a disposizione di rete composta da terzo settore e privato sociale.

L'ultimo nodo è il fatto che i cittadini in condizioni di difficoltà economica che si rivolgono agli Sportelli Sociali del Comune di Bologna sono aumentati, tanto che i servizi non  riescono  a soddisfare tutte le domande con un’adeguata tempestività e qualità. Una situazione che provoca l’allungamento dei tempi di  attesa  per un appuntamento presso l’assistente sociale. Le parti a tal proposito si  impegnano a condividere un progetto per implementare la rete dei punti d’ascolto del Comune di Bologna con risorse adeguate. Successivamente verrà  valutata  la  possibilità  di coinvolgere tutti gli attori  sociali  che, per natura ed organizzazione, potrebbero, in raccordo con i servizi dell’Ente, fornire un supporto e un primo orientamento per il soddisfacimento dei bisogni socio-economici dei cittadini. Soggetti sociali e  del  Terzo  Settore,  adeguatamente  formati,  potrebbero,  in  funzione sussidiaria,  consentire  di  ridurre  la  pressione  verso  gli  sportelli sociali.

Comune e sindacati, infine, hanno deciso di  avviare  da  subito una campagna di ascolto e di coinvolgimento di tutti i settori dell’economia e del sociale "per implementare gli sforzi  a sostegno delle famiglie, dei lavoratori, degli utenti  dei  SST.  Inoltre  verranno  convocati Tavoli ad hoc, coinvolgendo anche  le  associazioni  di  impresa  e  il  Terzo  Settore, per sviluppare progettualità condivise".
 

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