rotate-mobile
Cronaca Centro Storico / Via Giovanni Battista Morgagni

Salute mentale, apre la "casa-club": uno spazio per riconquistare socialità e autonomia

INTERVISTA| E' dietro al Mercato delle Erbe e sarà uno spazio di inclusione per persone che hanno dei disagi psichici: sesso misto, età media 30 anni, voglia di stare insieme e anche lavorare. Il tema è caldo anche per il caso Bellavia

Una casa speciale, pensata per accogliere persone con disturbi mentali, nel pieno centro di Bologna. E' a due passi dal mercato delle Erbe e da oggi, sarà il luogo in cui alcune persone affette da patologie psichiche potranno incontrarsi, lavorare, passare le proprie giornate conquistando autonomia, organizzato secondo il modello di Clubhouse International: “Abbiamo inaugurato la nostra nuova Clubhouse negli stessi giorni in cui si celebra  in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Salute Mentale (che è il 10 ottobre) che fin dalla sua istituzione intende combattere lo stigma sociale ad essa legato. Ancor più per il tema che si è scelto di affrontare quest'anno: quello delle disuguaglianze economiche e sociali e la conseguente diversa qualità di assistenza cui si può accedere. - ha spiegato la Presidente di Progetto Itaca Bologna, Antonella Dolcetti Golinelli - La nostra struttura intende fornire a tutti coloro che ne abbiano bisogno uno spazio di inclusione, che è in grado di arginare gli allarmanti tassi di crescita dei disturbi mentali”.

Un tema, quello della salute mentale, che in questi giorni è stato al centro di tante polemiche per quello che è accaduto all'attore Marco Bellavia: il partecipante (ora ex concorrente) al Grande Fratello Vip è stato infatti bullizzato per aver ammesso e mostrato dei segni di debolezza. Non certo il migliore dei motivi per parlare di un tema che interessa la collettività, ma tutto sommato un'occasione mainstream per aprire un dibattito. 

La pandemia ha inciso sui disturbi mentali: i dati dell'Azienda USL di Bologna confermano

Che il problema dei disturbi mentali sia drammaticamente attuale lo dimostrano i dati presentati nei giorni scorsi dall’Azienda USL di Bologna, che sottolineano come la pandemia da Covid-19 abbia inciso fortemente sulla rilevanza del problema: in questi due anni un numero sempre crescente di persone, dai bambini agli adolescenti agli adulti, è stato preso in carico dai servizi territoriali, e si prevede che entro il 2030 il crescente clima di incertezza e tensione – oltre alla pandemia la situazione di instabilità internazionale e il dramma della crisi ambientale – determineranno un boom di disturbi della salute mentale, rappresentando più della metà dell’onere economico globale dovuto alle malattie non trasmissibili. Un problema dunque che non riguarda solo il singolo ma la collettività nel suo complesso e la sua tenuta. Ecco perché è di fondamentale importanza che il terzo settore affianchi la rete dei servizi sanitari pubblici – solida nella nostra Regione – affinché si crei una rete diffusa di sostegno alle fragilità. 

La casa di via Morgani: un progetto di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione

Quella di via Morgagni è una casa a tutti gli effetti: c'è un grande salone con un tavolo per mangiare assieme, arredi accoglienti, una cucina dove preparare i pasti, un cavalletto per dipingere, spazi comuni per leggere, ascoltare musica o guardare un film. E c'è anche una stanza-studio dove poter lavorare. La Clubhouse di Progetto Itaca Bologna, che aprirà ufficialmente le sue porte il prossimo 12 ottobre è un nuovo spazio che ha lo scopo di aiutare e sostenere le persone affette da disturbi della salute mentale e le loro famiglie attraverso progetti di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione. 

Non pazienti, ma soci: così si recupera la sicurezza di sè

L’associazione è nata nell’ottobre del 2019 e ha portato avanti con successo molteplici progetti e avviato importanti sinergie con istituzioni e realtà di riferimento nell’ambito della salute pubblica, anche a supporto dei più giovani e delle scuole. Si tratta di una struttura diurna, non sanitaria, gestita con la formula del club, in cui i soci si impegnano all’interno di unità di lavoro. Tutte le attività sono finalizzate al recupero del ritmo di vita e della sicurezza in sé. Qui vengono sviluppate capacità sociali e abilità specifiche al fine di accrescere l’autonomia della persona e, quando possibile, affrontare un lavoro. I partecipanti non sono pazienti, ma soci, che lavorano per rinforzare i propri punti di forza. Non vi sono programmi terapeutici né personale medico impiegato al suo interno, in quanto la cura e la presa in carico è assicurata da professionisti esterni. I soci sono responsabili del Club e lavorano fianco a fianco nella gestione quotidiana della Clubhouse, supportati da un ristretto numero di persone di staff. La frequenza è libera e gratuita e l’iscrizione non ha scadenza. 

Martina Chierichini,  direttrice responsabile della casa di Club Itaca Bologna, spiega un poì meglio di cosa si tratta, premettendo che le finalità del progetto sono il recupero del ritmo di vita, delle relazioni interpersonali e dell’integrazione sociale, affinché ciascuno possa riappropriarsi della propria vita, recuperare il pieno senso di sé ed offrirlo all’esterno, in una società che include e valorizza ogni suo componente”.   

La Clubhouse di Bologna è attiva fin da subito? Quanti e chi saranno i soci/ospiti che la vivranno per primi? 

"La casa sarà attiva dall'inaugurazione del 12 ottobre e il 13 e 14 ottobre sono le giornate di open-day durante le quali accoglieremo chiunque suonerà il nostro campanello per raccontare chi siamo. Ad oggi è attiva la nostra sede di Club Itaca Bologna. Abbiamo una quindicina di soci che la frequentano in maniera continuativa. L'età media è intorno ai trent'anni con dei poli, ragazzi un po più giovani (sui 19 anni) e persone al limite dei 45 anni, sia donne che uomini. Abbiamo anche alcuni ragazzi stranieri inviati dai servizi sociali e quindi si tratta di gruppo molto eterogeneo che sta imparando a conoscersi in un'ottica comunitaria molto bella".  

Chi e come può accedere alla casa?

"Lavoriamo in stretta collaborazione con i servizi. Vuol dire centri di salute mentale, servizi sociali, psicologi. Promuoviamo il nostro modello, ci presentiamo perché, come dicevo prima, abbiamo comunque un target di riferimento abbastanza specifico e poi, tramite un passaparola e il lavoro con i servizi sociali, veniamo contattati quando magari ci sono persone in carico che hanno mostrato interesse verso la nostra realtà. Fissiamo un appuntamento e durante questo primo incontro raccontiamo meglio chi siamo e cosa facciamo. Dopo di che la persona decide se frequentare o meno i nostri spazi per un periodo di prova. Ci sono persone che magari dopo la presentazione non tornano. Ci sono persone che invece cominciano a frequentare, poi si associano. A volte riceviamo anche le richieste di genitori chiaramente".

Abbiamo affrontato, letto e commentato il tema della salute mentale e dei pregiudizi anche per una polemica televisiva. Cosa pensa del caso montato su Marco Bellavia all'interno del reality-show Grande Fratello Vip? 

"Sono davvero poco informata su questa polemica nata dal piccolo schermo e molto discussa sui social. Ho capito che Marco Bellavia, concorrente di un reality show, è una persona che soffre di depressione e che lo ha esternato dentro la casa del Grande Fratello, di cui ammetto di non conoscere bene il meccanismo delle selezioni (pare che il concorrente ne avesse parlato). Da quello che ho percepito la sua esternazione non è stata assolutamente ascoltata. Sul disagio mentale purtroppo c'è ancora moltissima paura. Ce ne accorgiamo ogni giorno (nelle scuole e quando presentiamo i nostri progetti alle aziende) e credo che questo caso abbia portato in maniera non proprio elegantissima l'attenzione su un tema che per noi è pane quotidiano. 

Progetto Itaca ONLUS e “Clubhouse International”

Progetto Itaca ONLUS, fa parte di un grande movimento mondiale, l’Associazione americana NAMI (National Alliace on Mental Illness) ed ha contribuito a portare in Italia la visione di “Clubhouse International”, basata sul presupposto che le persone affette da disagio psichico hanno il diritto di integrarsi nella società, di realizzarsi nel lavoro, di avere amici e di essere felici. Ad oggi le sedi territoriali attive nel nostro Paese sono 14 (in costante crescita) e oltre 70 in Europa. 

Progetto Itaca Bologna dal 2019 ha portato a termine importanti obiettivi e, grazie anche alla collaborazione con il CUFO (Comitato Utenti, Familiari e Operatori della Salute Mentale) e il Dipartimento Salute Mentale - Dipendenze Patologiche dell’ASL Bologna, ha implementato molte iniziative per essere sempre più vicina ai soci e ai loro familiari. Tra queste, i corsi di formazione per volontari, la linea di ascolto Parla con Noi, il progetto contro il Divario Digitale e quello di Autoaiuto “Famiglia a Famiglia” destinato ai familiari di persone con disturbi psichiatrici. E ancora, sul fronte delle attività ludico-ricreative, i gruppi di passeggiate, i laboratori di fotografia, pittura, scrittura creativa e QI GONG, rivolti sia ai Soci che ai loro familiari e Caregivers.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Salute mentale, apre la "casa-club": uno spazio per riconquistare socialità e autonomia

BolognaToday è in caricamento