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Aziende e lavoro

Accordo tra Cgil e Just Eat, in arrivo la "casa dei riders"

L'annuncio di Lo Giudice (Città metropolitana): "Un punto ripararsi dalle intemperie, ricaricare telefoni e le bici elettriche". Il sindacato: "Aiuterà a ridurre le differenze"

Una casa dei riders aperta a tutti i lavoratori del settore, indipendentemente dalla piattaforma di appartenenza, “un punto per incontrarsi, ripararsi dalle intemperie, rifocillarsi, ricaricare i telefoni e le bici elettriche", come ha annunciato Sergio Lo Giudice,  capo di gabinetto e delegato al Lavoro della Città metropolitana. Bologna segue quindi l’esperienza di Carpi, dove nelle scorse settimane è stata aperta una sede per i riders all'interno di un centro sociale anziani. Un progetto, riferisce l’agenzia Dire, giudicato “molto interessante” da Lo Giudice, che ne ha parlato questa mattina durante una commissione del Consiglio comunale.
Il modello bolognese avrà una sua specificità rispetto a Carpi, perché nel capoluogo “stiamo partendo da un accordo già siglato tra la Cgil e Just Eat", ha ricordato il delegato della Città metropolitana. Un’intesa che "ha attivato una relazione con il privato e noi ci stiamo mettendo a disposizione per aiutare Just Eat stessa a costruire un luogo del genere", continua Lo Giudice. 

Lo Giudice: "Il Comune in campo per aiutare Just Eat a trovare un luogo adeguato"

La piattaforma, quindi, "da lato ha l'interesse di offrire un servizio solo ai propri riders ma dall'altro mette in campo anche risorse proprie e non grava sulle casse comunali", rimarca il delegato al Lavoro. "Il ruolo del Comune oggi è quello di aiutare l'azienda a trovare un luogo, abbiamo aperto un ragionamento anche con l'assessore all'Urbanistica, Raffaele Laudani- segnala Lo Giudice- e stiamo cercando di capire quale possa essere un luogo adeguato".

Al momento, "siamo in attesa- spiega sempre il delegato- di incontrare il management dell'azienda", che non è di base a Bologna ma ha chiesto un incontro in presenza "e questo mi sembra un segno di serietà". Di certo, "noi siamo pronti a ragionare con loro per individuare un luogo" e definire "le caratteristiche dell'insediamento", aggiunge Lo Giudice. Poi, certo, Just Eat "copre la maggior parte dei riders di Bologna ma evidentemente non tutti", per cui "rimane aperto il fatto di costruire a partire da questa esperienza, come un secondo step- afferma Lo Giudice- la possibilità che sia estesa a tutte le persone che svolgono questa attività sul territorio, indipendentemente dal fatto che la propria compagnia metta o no risorse a disposizione".

In altri termini, l'amministrazione opera "con la prospettiva di partire da questa proposta specifica per poi arrivare ad un ragionamento su un servizio più universalistico", afferma Lo Giudice. Nonostante i passi avanti registrati nel settore, "purtroppo contrattualmente restano forti differenze che si ripercuotono sulla qualità della giornata lavorativa dei riders e sui loro diritti- dichiara la segretaria del Nidil-Cgil, Gaia Stanzani- quindi quanto meno avere una casa che possa accogliere tutti è sicuramente un passo avanti importante per assottigliare queste differenze". 

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