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Cronaca

Casa, gli studenti aprono ai Comuni dell'Appennino: nel mirino Università e PD

"Bologna città-vetrina, accessibile solo ai ricchi e ai turisti, espellendo di fatto al confino tutte le fasce sociali meno abbienti"

"Il problema di studenti e famiglie che, anche avendo più di un reddito, non riescono a permettersi una casa a Bologna non può essere risolto trasferendo queste persone a decine di chilometri di distanza dai luoghi di lavoro o di studio".

E' la risposta del collettivo 'Noi restiamo', puntando il dito anche contro l'Università di Bologna (che aspira ad affermarsi "sempre più come Ateneo internazionale di prestigio, grazie anche ad una ineguale redistribuzione dei finanziamenti pubblici a discapito delle altre universita' dello stivale, specialmente quelle meridionali") e all'Azienda regionale per il diritto allo studio (Ergo) che, secondo loro, si sta lavando le mani "dalle responsabilità rispetto all'attuale crisi abitativa, non facendo investimenti ma affidando di nuovo al mercato privato la risoluzione di una crisi che lo stesso mercato ha prodotto".

Secono di collettivo i "responsabili di questo impoverimento sono quelli che si ricordano dell'esistenza delle periferie solamente quando c'è la possibilità di mettere a profitto quelle aree, mentre le lasciano all'abbandono quando questa possibilità non si presenta". Per questo, gli attivisti di 'Noi restiamo' concludono rendendosi "disponibili al dialogo, se ce n'è l'interesse" perchè "non crediamo che raccogliere le briciole che arrivano dall'alto sia una soluzione reale per risolvere i problemi che affliggono le periferie e la provincia, cosi' come i problemi delle fasce piu' deboli della popolazione cittadina e studentesca".

Già un anno fa infatti il sindaco di San  Benedetto Val di Sambro, Alessandro Santoni, lanciò un invito a universitari e lavoratori: “Cercate alloggio da noi”. Il Comune di San Benedetto, infatti,  ha deciso di promuovere l’iniziativa dei piccoli proprietari immobiliari per incentivare giovani e lavoratori che non trovano alloggi in città, a prendere in considerazione l’ipotesi di cercare casa in Appennino“

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"Crediamo che la responsabilità della desertificazione che vivono paesi come San Benedetto e l'emergenza abitativa in corso a Bologna siano il prodotto dello stesso sistema che crea meccanismi di polarizzazione tra centro e periferia in ogni ambito e ad ogni livello, trasformando Bologna in una città-vetrina, accessibile solo ai ricchi e ai turisti, espellendo di fatto al confino tutte le fasce sociali meno abbienti".

Poco più di una settimana fa su un muro della stazione del paese era stata trovata la scritta "Unibo ti sbologna: i ricchi in centro, i poveri al confino", ora 'Noi restiamo' scrive una lettera ai sindaci dei Comuni dell'Unione dell'Appennino bolognese e, aprendo ad un dialogo costruttivo, spiega che il murales di protesta fatto alla stazione di San Benedetto Val Di Sambro non era contro il singolo Comune ma voleva denunciare "un sistema", non era rivolto all'amministrazione del Comune ma "all'amministrazione bolognese targata Partito democratico, che da anni porta avanti un progetto di riorganizzazione e messa a valore della città che la rende sempre più inaccessibile". Insomma, "non abbiamo nessun problema nei confronti di San Benedetto Val di Sambro nè dei suoi abitanti, come nei confronti di qualsiasi altro territorio che subisce gli effetti di processi che portano allo spopolamento e alla mancanza di risorse", precisa il collettivo. "La questione è strutturale e riguarda l'esistenza di studenti poveri così come di lavoratori poveri che sono sistematicamente espulsi da una città sempre meno accessibile per le classi popolari", continuano gli attivisti che dopo il loro gesto erano stati invitati dai sindaci dell'Unione a scoprire le zone dell'Appenino. (dire)

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