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Verso l’8 marzo / Centro Storico / Piazza della Resistenza

Un aiuto concreto per le donne che hanno subito violenza. Acer mette a loro disposizione degli appartamenti

"In alcuni casi va garantita una protezione totale". Così c'è la firma di Alessandro Alberani e Loretta Michelini sul protocollo d’intesa per destinare alcuni alloggi a donne che seguono percorsi di uscita dalla violenza. Al momento sono tre.

Alcuni appartamenti del patrimonio di Acer andranno a donne che escono da percorsi di violenza: per il momento sono tre, su Bologna e provincia, ma l'auspicio è che crescano. Arriva a pochi giorni dall'8 marzo la firma di un protocollo che lega l'ente ad Associazione MondoDonna Onlus e su cui si sta lavorando dal 2018: "Sappiamo che le violenze nascono soprattutto in casa  - ha detto il presidente Alessandro Alberani -  e il processo di autonomia è fondamentale perchè passa dal lavoro e dalla casa. Ecco perchè per noi questo progetto è un onore". Per il momento gli alloggi sono tre, di metrature diverse sparse nell'area della Città Metropolitana. E la risposta alla domanda che in molti si fanno è no, non sono appartamenti inseriti nelle graduatorie, così come spiega Marco Bertuzzi (Acer): "Si tratta di immobili che rientrano nel nostro patrimonio e quindi non c'è alcuna interferenza con le assegnazioni". 

"Le donne che hanno subito violenza spesso si trovano a doversi allontanare dalla loro casa, molto frequentemente con i loro bambini - la voce della presidentessa di Associazione MondoDonna - e accade anche che possano perdere il lavoro. Di fronte ad alcuni casi bisogna garantire una protezione totale e garantire un'uscita vera dalla violenza è molto difficile. I traumi e le storie difficile spesso hanno bisogno di tempo e di opportunità reali. Quello che stiamo facendo qui parte dal concetto di pari opportunità". Sul bisogno di riprogettare la vita di queste donne ha messo il punto anche Giovanna Casciola, Dirigente dell'Area differenze di genere MondoDonna Onlus.

E a questo si aggiunge anche il tema della guerra in Ucraina, visto che co come spiega Alberani: "Nelle nostre case popolari abbiamo 278 nuclei familiari provenienti dall'Ucraina e sappiamo bene quanto tutti noi dobbiamo alle donne che svolgono il lavoro di operatrici familiari. Stiamo cercando di contribuire alla causa con un'ospitalità temporanea". 

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