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Case e studenti / Santo Stefano

Camere senza finestre, ma piscina a sorpresa. L'alloggio, tra muffa e umidità, di 4 studenti

Trovare casa è spesso un'impresa. Così può capitare che ci si adatti un po' a tutto. Come ultima spiaggia. Poi però i nodi vengono al pettine. Come denuncia un 20enne, aprendo le porte dell'alloggio che condivide con 3 amici

Un annuncio trovato in rete, finalmente e dopo lunghissime ricerche, ma soprattutto dopo molti 'no' e sempre qualcuno di più referenziato arrivato prima. Tre amici e un coinquilino trovato sui social, tutti in procinto di cominciare le lezioni all'università come studenti fuori sede ma ancora senza un tetto: un grande classico, almeno a Bologna e almeno negli ultimi anni. J., 20 anni, è il ragazzo che due anni fa ha trovato l'appartamento del centro storico (siamo nel quartiere Santo Stefano) dove ancora oggi vive, suo malgrado: "Avevo visto le foto della casa e fissato un appuntamento. All'incontro però il proprietario ci disse che quell'appartamento non era più disponibile, ma che ne aveva un altro da mostrarci, sempre nello stesso stabile. Che fra l'altro è tutto suo. Bene, abbiamo pensato, vediamolo". 

"Si trovava al piano terra della palazzina e costava mille euro da dividere in quattro. Una stanza doppia accanto all'ingresso, una cucina e persino un piccolo cortiletto. Fin qui tutto accettabile. Poi comincia si scende al piano interrato, una specie di cantina con scenografiche volte in mattone. Qui altre due camere e un bagno. Tutto senza finestre, fatta eccezione per una specie di porta che non dà comunque su nulla e tanto meno porta dell'aria da fuori. In una di quelle stanze senza finestre ho trascorso 13 giorni di isolamento, con il covid" continua così il racconto del ragazzo. 

Case affittate a studenti, ecco come sono

Come mai avete accettato di firmare il contratto se le condizioni non vi convincevano? 

"Io e i miei amici cercavamo casa da tanto tempo e non pensavamo sarebbe stato così difficile trovarne una a Bologna, da soli o in gruppo. Ci siamo uniti perché pensavamo che sarebbe stato più semplice, ma dopo mesi, sempre nulla di fatto. Alla fine quando abbiamo visto questa e capito che potevamo affittarla, non abbiamo considerato con troppa lucidità i pro e i contro, anche per inesperienza. Così abbiamo siglato il contratto quattro + quattro e trovato un quarto inquilino per frammentare il canone. Paghiamo 250 euro circa a testa".  

Gli aspetti negativi sono emersi nel tempo? Quale secondo te il problema più grande e perché l'intenzione di denunciare questa situazione solo dopo due anni? 

"La totale assenza di luce e di aria al piano di sotto si sono fatte pesare. L'umidità è un altro aspetto insalubre con il quale ho dovuto convivere e del quale mi sono accorto davvero trovando i miei panni con uno strato di muffa. Ho passato 13 giorni di isolamento in una camera senza finestre quando mi sono preso il covid ed è stato molto pesante. Mi sono accorto che non è possibile trovarsi in situazioni come queste e ho deciso di portare a galla questa storia è perché non voglio che capiti ad altri studenti di ritrovarsi a stare qui sotto. A un certo punto ci siamo rivolti ad Adl Cobas per capire se è normale e regolare fare esperienze come questa e accettare condizioni disumane pur di avere una casa. E ci si chiede se al catasto la parte al piano di sotto  sia contemplata come parte abitativa. La zona di sotto è stata ristrutturata prima che arrivassimo, ma già dopo poco a causa del tasso di umidità sono cominciati a crollare pezzi di soffitto e la polvere rossa dei mattoni è ovunque". 

Recentemente avete fatto una scoperta  . Di che si tratta? 

"A un certo punto, al piano interrato, ci siamo accorti che le mattonelle erano sempre più bagnate e abbiamo chiesto al proprietario di casa quale potesse essere la ragione dell'aumento dell'umidità. Lui ci ha detto che non arieggiavamo abbastanza e siccome poi di fatto di aria non ce ne può essere ci ha detto che potevamo una porta che era lì, ma che non avevamo mai toccato. L'abbiamo aperta e ci siamo trovati in una specie di pianerottolo, sempre sotto terra ovviamente. Niente aria, ma un altra porta un metro più avanti: l'abbiamo aperta e non potevamo credere ai nostri occhi". 

Cosa avete trovato dietro a quella porta? 

"Una piscina! Sì, con gli occhi sbarrati abbiamo guardato per la prima volta questa vasca piena di acqua che stava a pochissimi metri dai nostri letti. Giravano delle voci a tal proposito nel condominio, ma eravamo convinti che fosse una storia quella di una spa misteriosa. Noi abbiamo solo sentito i rumori dei motori e io ho visto una mano che chiudeva la porta, ma non sappiamo se è a norma una cosa del genere e a dire il vero ci inquieta anche un pò". 

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(In foto la piscina nello stabile)

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