Coronavirus, cassa integrazione per 76mila artigiani in Emilia-Romagna
Ad oggi sono stati convenuti 17.650 accordi, per un totale di 76.183 dipendenti coinvolti, legati alla sospensione Covid-19
Cominciano ad arrivare i versamenti della cassa integrazione ai lavoratori dell'Emilia-Romagna danneggiati dall'emergenza coronavirus. È il caso dei dipendenti del settore artigiano, come annunciano in una nota Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confartigianato, Claai e Casa.
In Emilia-Romagna, informano sindacati e associazioni di categoria, "ad oggi sono stati convenuti 17.650 accordi, per un totale di 76.183 dipendenti coinvolti, legati alla sospensione Covid19". L'avvio dei pagamenti è un "importante risultato, acquisito grazie al lavoro svolto da tutte le parti sociali a tutti i livelli di questa regione e alla tempestività degli interventi prodotti dall'ente bilaterale dell'artigianato di questa regione (Eber)".
Nello stesso tempo, informano le sigle, "stiamo lavorando per ottenere l'anticipo bancario (per i lavoratori dell'artigianato coinvolti di questa regione) per costruire un sistema di garanzia in grado di superare eventuali ritardi che si potrebbero determinare a causa della mole di richieste presentate".
Ma "resta fermo il fatto che le provvidenze messe a disposizione dei fondi bilaterali dalla decretazione di marzo (80 milioni di euro) risultano del tutto insufficienti a coprire la necessità di garantire le prestazioni di sostegno al reddito per i lavoratori dell'artigianato".
È pertanto, si legge nella nota congiunta, "assolutamente necessario che nei provvedimenti che il governo dovrà adottare nel mese di aprile siano previste cospicue risorse aggiuntive per il sistema dell'artigianato".
Si aspetta intanto il via libera per la ripartenza, che "resta la priorità": sindacati e datori di lavoro dell'Emilia-Romagna in questo senso "confermano la volontà di far leva sull'esperienza che ha prodotto l'impianto della bilateralità artigiana regionale per gestire le tematiche della sicurezza sul lavoro in una fase di emergenza pandemica, predisponendo specifiche linee guida regionali che verranno utilizzate in modo omogeneo a livello territoriali".
Ma proprio l'esclusione dai tavoli sulla ripartenza innesca le proteste delle opposizioni politiche in Regione. Il governatore Stefano Bonaccini "ha dichiarato che in una settimana presenterà il 'progetto per la ripresa' al Governo? Ci aspettiamo che convochi ai tavoli del confronto, sia regionali che provinciali, anche la Lega e i partiti espressione del centrodestra, evitando di incorrere nella figuraccia fatta dal Comune di Bologna", afferma il capogruppo della Lega in Regione Matteo Rancan.
"Sarebbe triste, oltre che preoccupante - prosegue il leghista - dovere constatare come, anche in un drammatico contesto di emergenza nazionale quale quello attuale, la sinistra intenda monopolizzare e gestire in assoluta autonomia, e senza alcun controllo politico, le azioni e le misure (anche economiche) da adottare sui territori". I 5 stelle chiedono invece con la consigliera Silvia Piccinini una commissione speciale all'interno dell'Assemblea legislativa che si occupi della ripartenza economica. (Dire)