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Cronaca Vergato / via Don Minzoni

Cassero chiuso, pensa ad impugnare il provvedimento. Branà: 'Ingiusto, noi vittime'

Branà sottolinea l'incongruenza tra la severità con cui è stato trattato il circolo e il fatto che l'autore del pestaggio sia ancora a piede libero: "ci si considera corresponsabili di un fatto violento, anziché vittime"

Non ci sta lo staff del Cassero al provvedimento ordinato dalla Questura di Bologna che impone la sospensione dell'attività ricreativa di 10 gg, dopo il pestaggio di un giovane avvenuto lo scorso venerdì all'interno del locale di via Don Minzoni. "Un provvedimento che riteniamo ingiusto - si sfoga sulla pagina Facebook il presidente del circolo Vincenzo Branà - perché ci considera corresponsabili di un fatto violento, anziché vittime".

Branà sottolinea l'incongruenza tra la severità con cui è stato trattato il circolo e il fatto che l'autore del pestaggio: "persona nota alle forze dell'ordine, arrestata 4 anni fa in flagrante per rapina a mano armata, si è introdotta al Cassero, secondo alcune testimonianze con un tirapugni in tasca, fornendo una tessera non propria. E risulterebbe ancora oggi a piede libero, mentre il Cassero si vede imporre i sigilli".
Poi il presidente del Cassero tiene a sottolineare la rigorosa attenzione che il circolo effettua su chi entra nel proprio locale: "Va ricordato che il sistema di tesseramento utilizzato al Cassero contiene gran parte delle caratteristiche auspicate dal Questore - spiega - Il tesseramento Arcigay infatti, tassativo per l'accesso al circolo, identifica ogni socio e annota in un database tutte le condotte improprie degli stessi, prevedendo sanzioni che vanno dalla sospensione di una settimana all'esclusione definitiva da tutti i circoli del circuito. Il circolo è stato perciò in grado di fornire alle forze dell'ordine le generalità di tutti gli avventori coinvolti nell'episodio: poche realtà analoghe in tutto il territorio nazionale sarebbe stato in grado di farlo.Tuttavia, nonostante questa rigorosa attenzione, oggi veniamo sanzionati".

Il Cassero non resterà a guardare inerme, mentre i sigilli fermano l'attività di intrattenimento del locale. E si annuncia battaglia, impugnando il provvedimento. "In definitiva - annuncia lo stesso Barnà - prendiamo atto con molto disappunto del provvedimento del Questore e ci ripromettiamo di rivalerci in tutte le sedi legali nei confronti di tutti i soggetti che riteniamo responsabili della vicenda, dal violento in questione a chi gli abbia eventualmente fornito la tessera e le proprie generalità.

Nel frattempo il dibattito sulla vicenda si espande in città, tra chi contesta il provvedimento - come il consigliere regionale e storico dirigente Arcigay, Franco Grillini - e chi invece plaude come il capogruppo di Forza Italia Michele Facci. Intanto l'assessore comunale alla cultura Alberto Ronchi precisa che 'resta la convenzione del circolo con il Comune', mentre il Questore Vincenzo Stingone ha spiegato la decisione della Questura sottolineando:'nessuna crimininalizzazione, solo applicazione delle regole'. Nel provvedimento - secondo Stingone - ha pesato il ritardo con cui sono stati allertati i soccorsi, cosa che invece va "fatta tempestivamente, perchè di grande importanza per le indagini in situazioni come questa'.

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