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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Centro malattie rare a rischio chiusura, pazienti ancora in presidio: "No allo 'spezzatino'"

Polemiche attorno al pensionamento del neurologo a capo della struttura. Il direttore generale Ausl Paolo Bordon abbandona l'incontro dopo una discussione

Sembrava un problema risolto ma qualcosa ancora non va, almeno a sentire i pazienti. Montano rabbia e preoccupazione tra i pazienti dell'ospedale Bellaria in cura al Centro "Il Bene", che tratta malattie neurologiche rare e neuroimmuni come la Sla, l'atassia e la sclerosi multipla e di cui avevano lanciato l'allarme circa una potenziale chiusura a causa del pensionamento del suo direttore, Fabrizio Salvi.

In presidio questa mattina davanti all'ingresso dell'ospedale, come riporta la Dire, le associazioni dei pazienti AssiSla, Aisa, AssiSm e "Miastenia insieme" chiedono infatti certezze e che venga scongiurata la frammentazione del programma, che attualmente prende in carico circa 2.000 pazienti, di cui "1.200 seguiti personalmente da parte del dottor Fabrizio Salvi".

Ed è proprio intorno alla figura di Salvi infatti che le proteste si fanno più forti: chiedono infatti che l'esperto venga reintegrato per ulteriori tre anni, nonostante il pensionamento, e che venga rispettato l'impegno della Regione che con la risoluzione dello scorso 26 gennaio parla di continuare a "garantire la qualità assistenziale dei programmi di presa in carico per le patologie trattate, scongiurando quindi il rischio di dispersione del programma integrato di cure dei pazienti". Per questo le associazioni chiedono a gran voce al direttore generale dell'Ausl Paolo Bordon che Salvi rimanga alla guida della struttura, che nel frattempo, denunciano, è stata progressivamente impoverita.

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I pazienti temono lo spacchettamento e la fine del centro

"I malati di Sla fino a pochi anni fa avevano tre neurologi dedicati e a seguito di successive e di questa finale riorganizzazione il neurologo sarà uno solo e non saranno rimpiazzati", attacca Filippo Martone, presidente AssiSla Emilia-Romagna. Bordon, presente al presidio che ha poi abbandonato in seguito a una discussione con i manifestanti, sostiene invece che al pensionamento l'Ausl ha ovviato con l'affiancamento di un professionista che nei piani dell'azienda prenderà il posto di Salvi. Ma secondo le associazioni l'operazione "non è mai stata portata a termine efficacemente e alla fine il nodo è venuto al pettine. Questa è una storia che non nasce l'altro ieri e continuiamo a chiedere che questa sia un'esperienza che abbia un seguito", insiste Martone.

Tra l'altro, il sostituto "segue solo alcune persone, un numero piuttosto ridotto", mentre Salvi "si occupa di 1.200 pazienti". Inoltre, rilancia anche Giorgio Serra, presidente di Miastenia insieme Emilia-Romagna, "non ho mai visto una continuità di medico che affiancasse il buon Salvi. Qualche volta abbiamo visto comparire un fantasma, stava lì un po' e poi se ne andava, ma pochissimo tempo". Un sostituto "andrebbe bene, ma andrebbe bene dopo che ha dimostrato continuità, competenza, continuità nelle cure. Secondo i protocolli di Salvi, non protocolli diversi. I nostri malati che sono sono seguiti da anni in una forma particolare che è abbastanza anticonvenzionale".

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Per Bordon, invece, "pur capendo le preoccupazioni, non può esistere un modello che regge su una persona. Lo capite che è molto debole, una città come Bologna merita un modello organizzativo più ampio", e rivendica come l'Ausl abbia fatto "tutte le mosse necessarie per sostituire il professionista che andrà in quiescenza, assumendo già nel 2021 espressamente un medico neurologo, e facendosi carico del chiamare le persone già visitate, fissando altri appuntamenti".

Ma le associazioni insistono e vorrebbero che Salvi rimanesse al timone del centro "Il Bene" altri tre anni, secondo un iter "già percorso da tanti altri medici" per una transizione più soft. Insomma tra i pazienti serpeggia la paura di perdere, insieme all'esperto, un punto di riferimento. "Se abbiamo un'orchestra che suona molto bene perché il direttore è bravo e il direttore va via, il pubblico si chiederà se la prossima orchestra suonerà altrettanto bene- dice Martone per spiegare la sua perplessità- e potrebbe decidere di andare a sentire altre orchestre in altri teatri. Ma qui, purtroppo, non si tratta di una situazione di piacere".

Per questo, nelle decisioni di Ausl le associazioni vedono un accanimento su Salvi senza capirne il perchè. "Non capiamo questo fumus persecutionis nei confronti del nostro neurologo, siamo veramente dispiaciuti di questa cattiveria- si interroga Italo Forni, presidente di AssiSm- tutti i nostri malati pretendono che il dottor Salvi venga reintegrato dopo la pensione per almeno tre anni. L'Azienda glielo può concedere, quindi non capiamo questo fatto a livello proprio personale". E "siamo qui a protestare perché vogliono smantellare un centro di eccellenza. Vogliono disperdere l'eredità di Salvi. Noi non lo permetteremo mai".

Bordon difende la scelta fatta non nascondendo però che non c'è stato "un esempio di modello di passaggio di consegne", ma comunque l'Ausl intende far diventare il Bellaria un "centro di riferimento regionale per le malattie neuromuscolari, istituendo un nuovo modello organizzativo che sarà attuato da giugno 2023.

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