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Anna Matino

Direttore Responsabile

Chiara e la condanna a 16 anni per il suo killer. E' la legge, ma è anche giustizia?

E' una delle domande che serpeggia sul web, dove è esplosa l'indignazione dopo la sentenza. Soddisfazione, seppur mite, per i familiari della vittima e il loro legale che invita però a "una riflessione sulla legislazione"

Chiara Gualzetti, è stata uccisa a Monteveglio lo scorso anno, a pochi giorni dal suo 16° compleanno. A sferrarle varie coltellate, per poi infierire sul corpo con calci e pugni, è stato un coetaneo, che considerava un amico. O forse qualcosa di più. Chiara, acqua e sapone, ancora bambina, diversamente da molte ragazzine della sua età, da poco più di un anno non esiste più. E' stata strappata al proprio futuro, all'amore dei suoi genitori, mentre chi l'ha ammazzata - senza motivo, se mai un motivo possa esserci - dovrà scontare 16 anni e 4 mesi di carcere. Che poi, al netto delle scontistiche e premialità, saranno ridotti. 

Trattandosi di un processo con rito abbreviato e l'imputato minorenne era pressochè la pena massima consentita, secondo la legge. Una condanna che indigna però l'opinione pubblica. Divulgata la sentenza del tribunale minorile del Pratello, a Bologna, i social sono infatti esplosi. C'è rabbia, riprovazione, interrogativi che serpeggiano. 

"Questa è la legge. Ma è anche giustizia?". "Lui  a una trentina di anni uscirà di galera, lei 4 metri sotto terra". "E' una vergogna, la vita di una ragazza vale così poco?". Sono alcuni dei commenti alla sentenza, che si sommano ai discorsi sulla funzione riabilitativa del carcere, all'ergastolo, fino ad arrivare alle esternazioni di chi addirittura invoca la legge del taglione o la pena di morte. Dando sfogo a un odio che si somma all'odio. 

Atteggiamento distante da quello dei genitori di Chiara, Giusy e Vincenzo Gualzetti, che si sono battuti per una sentenza esemplare, affinchè la morte della loro unica figlia "non sia stata inutile". Una sentenza che possa fungere "da monito e da esempio per tutti quei ragazzini che commettono reati e credono che in quanto minorenni non sono punibili".  Soprattutto in questo periodo di dilagante violenza minorile. Un segnale insomma che potesse anche assumere un messaggio in un certo senso paideutico.

"Riflettere sulla legislazione, non sulla sentenza"

La sentenza  è stata accolta tuttavia con soddisfazione dai familiari di Chiara. Seppur tenue: "Esemplare per quello che poteva essere. Chiara però non c’è più, si sarebbe voluto di più ma dobbiamo capire che questo per la legge era il massimo e ritenerci comunque soddisfatti". Queste le parole a caldo dopo il pronunciamento del Tribunale dei genitori e che ribadisce -come riporta l'edizione bolognese del Corriere - l’avvocato della famiglia invitando a "una riflessione. Non sulla sentenza ma sulla legislazione. Dove c’è efferatezza e premeditazione è difficile restare alle sacrosante tutele predisposte per i minori".

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(Alcuni commenti in rete dopo la sentenza)

L'ultima pugnalata a Chiara, quei messaggi sui social 

Arrivata la sentenza resta ora un altro episodio sul quale far luce. Quello che vede il killer di Chiara al centro di un episodio che ha scosso nel profondo i familiari. E non solo. E sul quale la Procura ha aperto un'inchiesta. 

ll reo confesso pochi giorni fa sarebbe stato protagonista di un selfie postato sui social direttamente dal carcere minorile nel quale è recluso. L'immagine immortala l'omicida di Chiara mentre fa il gesto della V (a voler significare vittoria?). Il giovane è insieme a un detenuto, che a sua volta scrive in calce alla foto una didascalia: "Killer", con tanto di cuoricino a corredo.
Ha tutta l'aria di un messaggio spavaldo. Per molti inequivocabile. Soprattutto se si legge alla luce di alcuni commenti sotto il post, che sarebbero partiti proprio dal detenuto: "Fatevi i cazzi vostri, non sapete niente, se avete le palle entrate qua da noi in carcere. Siete bravi a giudicare ma non sapete niente.. se sei così depressa da chiedere a uno di ammazzarti sono cazzi tuoi". Così recita il testo che si riferisce a uno dei dettagli della confessione del killer che davanti ai magistrati aveva sostenuto che fosse stata la vittima a chiedergli di ucciderla. Versione che peraltro si somma a quella delle "voci demoniache" che l'imputato stesso diceva lo avessero mosso al delitto. In  una sorta di delirio, che ha portato a varie perizie psichiatriche sul reo confesso, alla fine  giudicato perfettamente in grado di intendere e di volere.

Confessione shock: "Voce interiore ha detto di uccidere" 

Il papà di Chiara ritenendo offensivo quanto postato in rete ha portato all'attenzione dei carabinieri il fatto. "Non mi pare normale che dei detenuti possano avere i cellulari e possano pubblicare quello che vogliono sui social ...Le foto mi sembrano inequivocabili. Mi auguro vengano presi provvedimenti disciplinari severi, visto quel messaggio pubblicato sui social". Così Vincenzo Gualzetti si era sfogato con La Repubblica.

Un po'  una seconda pugnalata inferta a Chiara, che si spera - archiviato anche questo capitolo - possa finalmente riposare in pace. Nonostante - ed è lapalissiano - al di là di ogni legge, non ci potrà mai essere completa giustizia per l'assassinio di una ragazzina che aveva davanti tutta una vita da vivere. E la vita ha un valore inestimabile.

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(Il video dell'ultimo saluto a Chiara)

VIDEO | Monteveglio sconvolta: "Ragazza dolcissima. Siamo arrabbiati"

 Una fiaccolata per ricordare Chiara 

Sui social i messaggi di dolore per Chiara: "Perdonaci" 

Lo psicologo: "Va riconfermato il senso di comunità "

(Nel video le parole del legale dei Gualzetti, dopo l'udienza di convalida dell'arresto )

I funerali di Chiara Gualzetti

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