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Cronaca Vergato

Sigilli all'allevamento lager di Vergato: "Cani sorvegliati a vista"

Non solo cani di grossa taglia, ma anche barboncini, bolognesi, volpini e cocker. Sequestrato l'allevamento e l'area "cimiteriale". La Forestale: "Siamo di fronte a una disegno criminoso continuato, ma contestiamo i messaggi violenti e minacciosi"

Bolognesi, barboncini, volpini. Non solo molossoidi o corsi, cani di grossa taglia, nell'allevamento "Vignola dei Conti" di Vergato, dove, grazie ad alcune segnalazioni e al servizio della trasmissione "Striscia la notizia" sono venute alla luce le "fosse comuni", tomba degli animali "senza più mercato" o in età avanzata.

I 117 cani ancora nelle gabbie sono "sorvegliati a vista" da Enpa, Ente Nazionale Protezione Animale, e da alcuni veterinari della Asl che riferiscono giornalmente all'autorità giudiziaria e al PM Massimiliano Rossi, titolare dell'indagine alla Procura di Bologna, e che ieri mattina ha disposto il sequestro d'urgenza dell'intero allevamento, effettuato dagli agenti del Corpo Forestale. La Asl e il sindaco di Vergato hanno disposto il vincolo sanitario che vieta ogni movimentazione e commercio degli animali, anche alla luce della comunicazione riportata dal proprietario Alberto Veronesi sulla pagina Facebook del Vignola dei Conti: "I cani sono a disposizione per essere regalati o per essere ceduti ad altri allevamenti di comprovata affidabilità dietro compenso da pattuirsi. I primi verranno ceduti senza pedigree in quanto non adibiti alla riproduzione. Altre linee di sangue verranno ceduti dietro compenso da stabilirsi da soggetto a soggetto". L'8 dicembre, un primo intervento aveva posto sotto sequestro alcuni cani a rischio e l'area cimiteriale.

ENPA. "Da oggi le Guardie Zoofile della Protezione Animali bolognese sono dunque chiamate a un compito impegnativo. - si legge nella nota dell'Ente Protezione Animali - ci siamo già organizzati per garantire una nostra presenza costante all'interno dell'allevamento, pianificando controlli a tappeto giornalieri; la situazione è delicata e richiede da parte nostra la massima vigilanza. Nel ribadire l'invito a non acquistare animali ma ad adottarli presso canili e altre strutture di accoglienza, l'Ente Nazionale Protezione Animali auspica punizioni esemplari, anche dal punto di vista professionale, per chiunque abbia ucciso altri esseri senzienti, violando le leggi del nostro Paese e ogni principio deontologico". 

OPERAZIONE ARGO. L'operazione denominata "Argo" è stata illustrata questa mattina dal Generale Giuseppe Giove e dal Vice comandante del corpo della Regione Lombardia Andrea Fiorini, che ha collaborato all'indagine, a seguito di segnalazioni pervenute alla sede della forestale di Lodi. I reati contestati sono l'uccisione di animali e lo smaltimento irregolare dei rifiuti: "Mi pesa utilizzare questo termine - ha detto ai cronisti il Generale Giove - ma la morte di un animale è regolamentata, il cadavere deve essere chiuso in un apposito involucro, etichettato, e affidato alle ditte specializzate, poichè il rischio è anche di inquinamento delle falde acquifere". Quello che gli inquirenti ipotizzano è un vero e proprio "cimitero, con decine e decine di carcasse. L'operazione è stata chiamata Argo, come il cane di Ulisse, che ebbe la gioia, prima di morire, di rivedere il proprio padrone, gioia negata a questi animali". Sono stati tracciati anche scambi e transazioni con noti commercianti lombardi, già oggetto di procedimento per traffico illecito. (LE INDAGINI DELLA FORESTALE - VIDEO)

La cagna scura, che compare nel video di "Striscia la notizia", non era inoltre da abbattere: si tratta di due sorelle che godono di buona salute e sul certificato di morte sono stati riportati i dati del microchip, non dell'animale abbattuto, ma proprio della sorella, con una diagnosi di di prolasso uterino che non è stata riscontrata. Il sospetto è di una sorta di "selezione della specie - ha specificato il Generale Giove - non siamo di fronte a una disegno criminoso continuato, questa è l'ipotesi sulla quale si basa la Procura". (IL VIDEO DEL SEQUESTRO).

INDIGNAZIONE. Il Corpo Forestale è sotto pressione: "Abbiamo ricevuto parecchie telefonate e si tratta di un'indagine non conclusa, ma contestiamo gli atteggiamenti violenti e minacciosi rivolti sui social al propietario e al veterinario. In questo paese vale la presunzione di innocenza, fino alla conclusione del processo, e gli indagati hanno il diritto di difenderisi" ha sottolineato il Generale. Al momento le posizioni critiche sono infatte quelle del proprietario Alberto Veronesi e del veterinario Paolo Merella, ma sono al vaglio degli inquirenti anche

ALLEVAMENTO PLURIPREMIATO. Diversi i premi ricevuti dal Vignola dei Conti: "Enci, Ente Nazionale Cinofilia Italiana, sta rivedendo la posizione" ha detto il Vicecomandante Fiorini - non è stato contestato il reato di maltrattamento poichè gli animali era tenuti con cura, è tutto nell'interesse dell'allevatore per la loro commercializzazione".

Uccisione cani a Vergato: l'operazione 'Argo' della Forestale

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