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Cronaca

Chiusura centro malattie rare: il prof se ne va in Romagna, da Ausl riorganizzazione in corso

Il centro Il Bene era punto di riferimento per chi soffriva di patologie neurodegenerative. La riorganizzazione dell'azienda sanitaria vedrà invece un approccio a equipe diffuso sul territorio

Dopo aver guidato per anni il centro Il "BeNe" di Bologna, specializzato nel trattamento delle malattie neurologiche rare e neuroimmuni, Fabrizio Salvi non va in pensione ma si sposta in Romagna e una parte dei pazienti finora assistiti è pronta o medita di seguirlo.

La circostanza -riferisce l'agenzia Dire- è emersa nel corso di una commissione del Consiglio comunale: il proseguimento dell'udienza conoscitiva in cui lo scorso febbraio lo stesso Salvi si era collegato telefonicamente per un vero e proprio sfogo verso i dirigenti dell'Irccs Istituto delle scienze neurologiche e dell'Ausl bolognese ("Non andrò in pensione. Se non potrò più lavorare qui, lo accetto. Non accetterò più di essere svilito come professionista e trattato come un pezzo di...").

A parlare di un nuovo incarico per Salvi da parte dell'Ausl Romagna, a inizio commissione, sono i consiglieri Matteo Di Benedetto (Lega) e Fabio Brinati (Fdi); poi anche Marco Piazza (Articolo Uno), citando un contratto triennale e una collocazione a Faenza. "Per quanto riguarda lo spostamento per mobilità di Salvi, rimando alla direzione amministrativa che ha descritto e scritto il motivo per cui questo all'Ausl bolognese non sarebbe stato possibile", afferma il direttore dell'Irccs, Pietro Cortelli, aggiungendo poi che "sul contratto fatto a Salvi in Romagna non ho elementi per dire se sia di tre anni o di un anno, non ho ancora avuto modo di parlarci".

La riorganizzazione del servizio

Intanto, per quanto riguarda la riorganizzazione de "Il bene" sul modello del centro "Nemo" dell'ospedale Niguarda di Milano, su circa 1.350 pazienti coinvolti "ne abbiamo avvisati telefonicamente già più di 1.000 e abbiamo già dato 400 appuntamenti con le nuove equipe di riferimento. Fino ad adesso sono 69 i pazienti che hanno rifiutato o annullato l'appuntamento", riferisce Cortelli.

Comunque tutta la situazione "è sotto controllo", assicura poi il direttore dell'Irccs: "Al momento non ci sono criticità particolari. Naturalmente siamo a disposizione per ascoltare tutte le esigenze che i pazienti vorranno manifestare, ma al momento non ne abbiamo".

Dall'1 aprile "abbiamo cominciato a vedere i pazienti", riferisce Alessandra Lugaresi, responsabile dell'Unità operativa dedicata alla sclerosi multipla: "Qualcuno, sapendo che Salvi si sposta in Romagna, ha disdetto l'appuntamento. Qualcuno non l'ha distetto e non si è presentato, ma la maggior parte dei pazienti sono venuti"; l'80%, specifica Lugaresi. "Abbiamo instaurato un ottimo primo contatto- continua la specialista- e abbiamo gestito già diverse persone che erano o ritenevano di essere in ricaduta con visite urgenti non programmate".

Insomma, "siamo molto sereni e ci sembra di aver dato una buona risposta ai bisogni di questa prima fase di alternanza. E siamo comunque consapevoli che se dei pazienti desiderassero continuare il rapporto con Salvi, sarebbe un loro diritto e non saremmo certo noi a ostacolare questa richiesta", assicura Lugaresi. "Ci comporteremo in base a quello che ci chiedono i pazienti", aggiunge Cortelli, spiegando di aver proposto a Salvi di capire insieme come organizzare eventuali procedure "joint" per garantire "un passaggio di presa in carico graduale e ben compreso dal paziente". In attesa di maggiori dettagli, "saremo vigili perchè quello che è stato costruito venga messo a sistema e siamo certi che questo sia nell'interesse di tutti", afferma Filippo Martone per l'AssiSla. Il "Nemo" rappresenta "un modello di presa in carico corretto, coerente e che risponde ai bisogni. Per cui anche noi restiamo disponibili a collaborare", aggiunge Stefania Bastianello di Aisla.

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