Ludopatia e chiusura centri scommesse: "Costretto a licenziare, ora disoccupato anche io"
Lo sfogo di Chiarini, che ha dovuto chiudere la sua agenzia perchè poco distante da una chiesa: "Ci sono oltre 50 attività che stanno chiudendo"
Complice la crisi, nel corso degli anni sono aumentati i giocatori d'azzardo. Persone 'dipendenti' dal gioco, e la ludopatia è stata definita come un vero e proprio 'disturbo comportamentale'. Per cercare di contrastare questo fenomeno, la Regione Emilia Romagna è corsa ai ripari con la legge n.4 del 2013, modificata nel 2018. Attraverso una delibera, la giunta ha poi indicato le “Modalità applicative del divieto alle sale gioco e alle sale scommesse e alla nuova installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito” approvando, a gennaio di quest'anno, un documento avente come oggetto le “Modalità applicative del divieto di esercizio dei punti di raccolta delle scommesse e ulteriori integrazioni alla delibera di giunta regionale n. 831 del 2017”.
La legge prevede che sale gioco e sale scommesse siano distanti almeno 500 metri dai luoghi sensibili, e che la distanza sia calcolata secondo il percorso pedonale più breve. Sono considerati luoghi sensibili gli istituti scolastici, i luoghi di culto, gli impianti sportivi, le strutture residenziali o semi residenziali in ambito sanitario o sociosanitario, le strutture ricettive per categorie protette, i luoghi di aggregazione giovanile e gli oratori.
Chiudere e delocalizzare queste attività, circa 57 in tutta la città di Bologna, ha però delle conseguenze. Se da un lato è una decisione che tutela i cittadini, dall'altro 'penalizza' titolari e dipendenti. L'altra faccia della medaglia infatti, è la perdita di lavoro, così come spiega a BolognaToday Roberto Chiarini, titolare del punto Snai in Piazza della Pace, che ha abbassato la saracinesca del suo punto Snai dopo la prima partita di campionato.
"Ho ricevuto il decreto attuativo della legge, che è retroattivo, e ho già abbassato la saracinesca della mia attività davanti allo stadio. Ho licenziato a inizio giugno i miei dipendenti per permettergli di accedere almeno alla disoccupazione, e adesso anche io sono disoccupato. Il problema è che non è possibile delocalizzare, perchè tutte le sale operano in regime di proroga. E se facciamo un investimento per aprire da un'altra parte e poi ricambia tutto? Finiremo sull'orlo della crisi". E ancora: "Chi ha sale Snai e altre sale da gioco come me ha seguito dei corsi, e noi siamo i primi a segnalare all'Ausl i giocatori compulsivi. Non vogliamo portare nessuno sulla strada della ludopatia, ma chiudere un'attività davanti allo stadio e aprire fuori città è una follia".
Chiarini ha dovuto chiudere la sua agenzia perchè poco distante da una chiesa: "Mi chiedo anche come si possa contare la distanza da un luogo sensibile, in base al percorso? 500 metri non sono nulla, così come un chilometro. Ho regolare licenza fino alla fine del 2019 ma da adesso sono senza lavoro. Invece la legge prevede che i bar che hanno le slot possono dismettere tutto entro il 2022. In questo caso la ludopatia non c'entra? Non è un un controsenso? Deve essere fatto qualcosa, rivisto qualcosa. Ci sono oltre 50 attività che stanno chiudendo, con tanto di dipendenti, e a breve saranno tutti senza lavoro. Il problema della ludopatia esiste ma la soluzione non è chiudere le sale, ma coinvolgerci per arginare dei problemi. Con questi nuovi provvedimenti previsti dalle legge apriranno dei mini casinò a margine della città da parte dei grandi gruppi, e si sposterà solo il problema”.
Così Galeazzo Bignami, di Fratelli d'Italia: "La ludopatia è un male che tutti dobbiamo combattere - sottolinea a BolognaToday - Ma non si può dire che giocare una schedina al totocalcio sia ludopatia. Cosi come bere un bicchiere di vino o una birra non è alcolismo. E’ una prudenza che dobbiamo usare perchè altrimenti si fa demagogia sulla pelle di migliaia di lavoratori del comparto"
Al Tar dell'Emilia-Romagna sono già stati presentati oltre 20 ricorsi da parte dei gestori delle sale da gioco, a cui si sono aggiunti altri cinque ricorsi straordinari al capo dello Stato. Tutte cause che chiedono l'annullamento sia del regolamento regionale sia, a cascata, di quelli comunali approvati di conseguenze. La Giunta Bonaccini ha deciso subito di rintuzzare questi ricorsi, incaricando della difesa l'avvocato Maria Rosaria Russo Valentini, del Foro di Bologna. "La Regione Emilia-Romagna non arretrera' di un millimetro- ha poi spiegato Bonaccini via social network- vogliamo contrastare il gioco d'azzardo e combattere la dipendenza da gioco".