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Cronaca

Cimice asiatica , ecco come arginare l’emergenza e il danno alle colture del nostro territorio

Oltre 350 imprenditori agricoli alle Fiere di Ferrara per l’incontro sull’emergenza Cimice Asiatica organizzato dal Consorzio Agrario dell’Emilia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Oltre 350 imprenditori agricoli provenienti del territorio e dalle province vicine hanno gremito gli spazi delle Fiere di Ferrara in occasione dell'incontro "La cimice asiatica conoscerla per difendersi" - organizzato dal Consorzio Agrario dell'Emilia - sull'emergenza generata dalla presenza diffusa dell'insetto infestante. Una presenza dannosa che negli ultimi due anni ha provocato gravi e onerosi danni alle aziende locali causando la perdita - in taluni casi portati ad esempio durante il convegno - di addirittura il 60-70% dell'intero raccolto stagionale ed in particolare delle colture frutticole ma non solo. E la crescente preoccupazione che quest'anno - a partire dall'inizio della primavera - possa vedere una ulteriore crescita del fenomeno (vista anche l'escalation in tal senso degli ultimi 24 mesi ) non è solo un pensiero negativo per chi lavora quotidianamente la terra. Esperti scientifici della Regione Emilia Romagna , docenti e consulenti tecnici del CAE - che operano nel settore in modo capillare al fianco dei coltivatori - hanno lungamente trattato il tema della presenza della diffusione della cimice e soprattutto di quelle che , oggi come oggi , rappresentano le più concrete soluzioni per far fronte a questo insetto arrivato pochi anni fa nel nostro territorio dalla Cina e oggi presente in tutta la pianura padana. Dalle molteplici analisi sul fenomeno si è compreso come la lotta e la prevenzione - a detta dei diversi relatori intervenuti- vede tre posibili diverse fasi operative per gli imprenditori agricoli che potranno integrare tre altrettanti metodi e strumenti di difesa attiva: una difesa di tipo meccanico-tecnico, una difesa chimica e una difesa biologica. L'insieme di questi tre processi dovrebbero essere sufficienti per arginare o limitare gli effetti negativi sulle colture più danneggiate dalla cimice. Una difesa meccanica che comporta reti e gabbioni in funzione anti-insetto, una difesa chimica attraverso l'impiego di nuovi prodotti mirati in grado di non danneggiare la coltura e l'ambiente circostante e infine una difesa biologica mediante l'introduzione di parassitoidi nemici naturali dell'insetto in grado di distruggere preventivamente le uova della cimice asiatica prima che si riproduca. "Oggi passi in avanti si sono fatti, - ha commentato il presidente del CAE Gabriele Cristofori - ma le informazioni precise , sia tecniche che scientifiche, aumentano mese dopo mese e solo un sistema di monitoraggio efficiente ed efficace e una costante vicinanza alle imprese agricole del territorio possiamo pensare di ovviare a questa emergenza. I ruolo del Consorzio Agrario dell'Emilia è anche questo e la massiccia presenza di imprenditori agricoli ci mostra quanto sia necessaria un'opera di divulgazione propedeutica alle azioni concrete a difesa delle nostre aziende e dei nostri redditi". Oltre a Cristofori all'incontro hanno partecipato come relatori tra gli altri anche Mauro Boselli (Servizio Fitosanitario Regione Emilia Romagna) e Stefano Forbicini del CAE.

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