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Cronaca

Cisl, sanità bolognese a rischio. Ausl: "Dati superati, non si chiudono ospedali"

Secondo il sindacato la Regione taglia in base alla popolazione, senza preservare le eccellenze. La risposta di Ausl: "Investiamo in qualità e sicurezza"

Troppi tagli lineari dalla Regione: la sanità bolognese sarebbe a rischio a causa della carenza dei posti letto e della riduzione dell'organico. Lo ha affermato il segretario Cisl Alessandro Alberani in una conferenza stampa che chiede un "patto" con fra sindacati, istituzioni e aziende sanitarie.
Secondo Alberto Schincaglia, responsabile Welfare Cisl, in via Aldo Moro si starebbero riducendo i costi "sulla base di parametri standard che tengono conto della popolazione ma non delle eccellenze e dell'Ateneo bolognese. Bologna dovrebbe rivendicare un primato sulla regione".

LE CARENZE. In un rapporto presentato dal sindacato, si legge che il Sant’Orsola è sotto organico di 427 tra medici, infermieri e personale amministrativo, il Rizzoli ha 186 posti vacanti, all’Ausl  sotto di 326. La Regione avrebbe autorizzato la copertura di un quarto dei posti vacanti: 88 al Sant’Orsola, 21 al Rizzoli e 82 all’Ausl (che però ne ha richiesti solo 40) .  Riguardo ai posti letto sarebbero 350-400 letti in meno.

LA RISPOSTA DI AUSL. Ausl risponde con una nota; "I tempi  di attesa per le visite specialistiche citati dalla CISL nel corso della conferenza stampa fanno riferimento a dati 2012, ampiamente superati dai dati di luglio 2013 (fonte:  MAPS, luglio 2013) che testimoniano dei significativi passi in avanti realizzati grazie ai percorsi di garanzia, ai percorsi diagnostico- terapeutico-assistenziali (PDTA) e alla presa in carico diretta da parte degli specialisti. Le progettualità sulle quali abbiamo lavorato nel corso dell’ultimo anno, d’intesa con la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna – ha dichiarato Francesco Ripa di Meana, direttore generale della Azienda USL di Bologna - sono orientate a rendere possibile la sostenibilità del sistema investendo nella qualità e sicurezza della rete ospedaliera e dell’intera offerta, nella capacità di innovazione e organizzazione, nella presa in carico dei cittadini e nella massima ricerca della appropriatezza delle cure, senza chiudere alcun ospedale”.

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