Citofonata al Pilastro, Salvini querelato: Pm chiedono archiviazione, la famiglia si oppone
Continuano i passi giudiziari attorno al caso della nota visita del leader del Carroccio nel quartiere popolare alla periferia del capoluogo
Gli strascichi giudiziari attorno al caso della citofonata di Salvini finisce in tribunale. I giudici sono infatti chiamati a verificare se procedere o meno nei confronti dell'ex ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini, in merito alla ormai nota e controversa citofonata che il capo del Carroccio effettuò a favor di telecamere durante la campagna elettorale per le regionali del gennaio 2020.
La procura ha chiuso e indagini a carico di Salvini, querelato per diffamazione proprio dalla famiglia presa di mira. I pm però non hanno ravvisato gli estremi per procedere e quindi si è proceduto con una richiesta di archiviazione. La famiglia però si è opposta e chiederà ugualmente di procedere e andare a vedere in aula l'esito del procedimento.
La citofonata in campagna elettorale, poi l'arresto della coppia
Il gesto di Salvini nell'immediato non incontrò gli effetti politici desiderati, e si trasformò in un boomerang politico, almeno per quanto ha riguardato il contesto delle elezioni regionali. Un anno dopo però, proprio quella famiglia additata dal leader del Carroccio fu arrestata durante una operazione antidroga: i carabinieri trovarono diverse centinaia di grammi di sostanza nell'abitazione e procedettero all'arresto della coppia di genitori. All'arresto è poi conseguita una condanna con sospensione condizionale della pena, ma l'accusa di diffamazione per Salvini è andata avanti. Ora spetterà ai giudici bolognesi stabilire se si possa procedere con l'imputazione per il leader del Carroccio oppure archiviare l'accusa.
La procura: "Non c'è diffamazione, diritto di critica rispettato"
Secondo la procura non ci sono "elementi di prova sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio a carico degli indagati sopra generalizzati". Due principalmente le argomentazioni. La prima riferita al fatto che, nonostante tutto il clamore mediatico suscitato, non ci sia un solo momento identificabile dove Salvini e la residente che ha segnalato il caso abbiano esplicitato riferimenti precisi alle persone, e che il tutto si sia verificato "nell'esercizio del diritto di critica e di cronaca", anche alla luce del fatto che poi effettivamente la coppia è stata arrestata per spaccio, anche se in un secondo momento.