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Cronaca

Cittadinanza, sì allo Ius scholae, l'appello: "Da privilegio diventi diritto"

Un appello che viene anche dal Festival della partecipazione che si è chiuso ieri a Bologna, ovvero

Dal Festival della Partecipazione l’appello per la riforma della legge 91/92 sulla cittadinanza a cominciare dall'approvazione della proposta di legge sullo "ius scholae", che verrà discussa in aula alla Camera dei Deputati il prossimo 29 giugno. Si tratta della possibilità di dare la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri che abbiano frequentato almeno un ciclo scolastico in Italia. 

La settima edizione del Festival si è chiusa ieri a Bologna: vi hanno preso parte 131 panelist, 60 associazioni e circa 850 partecipanti in presenza. Per questa edizione, il Festival della Partecipazione promosso da ActionAid Italia, Cittadinanzattiva e Legambiente, in collaborazione con Caritas e con la Fondazione per l’Innovazione urbana e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, ha scelto come titolo “Re-Agire. Nuove energie per la partecipazione, oltre gli shock della pandemia e della guerra”: un invito a cui hanno risposto cittadini e cittadine attraverso reti dialoganti e di cooperazione.  

L’edizione appena conclusasi ha visto un focus su tre temi portanti, ovvero Salute Globale, Giustizia Sociale, Giustizia Ambientale e Climatica: ognuno di questi macro-argomenti è stato sviluppato e approfondito durante i 21 eventi in programma. 

Sulla base delle iniziative promosse dal Comune di Bologna che ha proposto l’inserimento dello ius soli nello statuto comunale e la cittadinanza onoraria ai minori iscritti nell'anagrafe comunale, l’invito alle associazioni a mobilitare società civile ed enti locali per costruire e diffondere azioni simili di pressione per la riforma della legge sulla cittadinanza a partire da iniziative amministrative che facilitino l'iter di accesso alla cittadinanza.

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Protagonisti del Festival sono stati soprattutto i giovani e le giovani che vogliono essere al centro nella costruzione del proprio futuro, non demandando a nessuno il proprio potere, interpretando una nuova idea di cittadinanza, di rapporto tra le persone e con la natura, di eque opportunità, di sviluppo sostenibile. Giovani che pretendono che si arrivi ad una rappresentanza politica dei bisogni legati alla giustizia climatica e sociale e che venga sancito il diritto alla salute globale.  

"Oggi esistono generazioni che vivono il paradosso di essere italiane ed italiani senza cittadinanza e tanti sono stati i racconti nel corso del Festival di storie spezzate e sogni mai realizzati di chi vive con molti doveri e pochi diritti, di chi è vittima di discriminazioni, bugie e scarsa informazione sulla propria condizione. Persone con competenze, energie, risorse personali e consapevolezza politica a cui è attualmente negata la possibilità di contribuire allo sviluppo del loro Paese, il nostro" si legge nella nota "È più che mai necessario, rivitalizzare la democrazia partendo dalle persone e dalle comunità, attraverso un reale e fattivo protagonismo nei processi decisionali, verso una società più inclusiva e una transizione più equa e giusta per tutte e tutti. La politica deve diventare un gesto d’amore e co-responsabilità, guidata da parole come prossimità, rappresentazione e accoglienza. Il dibattito pubblico deve essere reale e non di facciata e aprirsi a tutti e tutte affinché la cittadinanza da privilegio diventi diritto.   

“La settima edizione del Festival della Partecipazione ci ha ricordato che la partecipazione è la possibilità di reagire e lavorare insieme per contrastare le problematiche importanti che sono emerse anche a causa della pandemia, della guerra e delle crisi sistemiche che stiamo vivendo. La partecipazione è potere collettivo. È la rivendicazione dei propri diritti sociali, che sono pratica per poter reagire, costruire e prendersi cura del bene comune” - ha dichiarato Katia Scannavini, Vicesegretaria Generale di ActionAid. 

“Le emergenze ci hanno messo di fronte alla nostra fragilità ma anche alla necessità di costruire un destino comune.  La partecipazione è il modo per portare a compimento il processo di liberazione degli individui da situazioni di fragilità, e di costruire il protagonismo di comunità capaci di chiarire i loro bisogni e contare sulle proprie risorse. Re-agire vuol dire agire contro le fratture, le diseguaglianze, contro la perdita di potere dei cittadini. Ma vuol dire anche continuare ad agire la partecipazione oltre e dentro la pandemia e la guerra. Perché la partecipazione è possibile, anzi necessaria, anche dentro le emergenze” - ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. 

“La partecipazione non è un lusso. Accelera e non rallenta la messa a terra dei cambiamenti oggi indispensabili se vogliamo dare alle persone speranza e prospettive di poter vivere in una società più giusta, ambientalmente e  socialmente. Le sfide epocali che negli ultimi anni sono esplose di fronte ai nostri occhi hanno bisogno di più partecipazione,  non di accentramento tecnocratico delle decisioni. Questi obiettivi potranno essere realizzati solo se le persone si sentiranno parte del cambiamento e se sapremo ascoltare la loro voce e quella delle comunità.” - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, della Segreteria nazionale di Legambiente.

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