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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Negozi in centro: "Ormai un cliente su tre è un turista"

Si tratta per lo più di visitatori stranieri, soprattutto americani, tedeschi e francesi. Lo studio presentato a Confcommercio

Bologna non è una città in cui i turisti (in gran crescita anche qui negli ultimi anni) vengono esattamente per fare shopping, ma qualcosa si muove. In città, infatti, ormai più di una persona su tre che entra nei negozi per fare acquisti è un turista, con una quota attorno al 40%. Si tratta per lo più di visitatori stranieri, soprattutto americani, tedeschi e francesi.

Non a caso, si parlano più lingue in negozio, pian piano: l'inglese guida al 96% e non mancano il francese (frequentato nel 38% dei negozi) e lo spagnolo al 29% (seguono tedesco e russo con un 10% a testa). E addirittura nei negozi si accettano anche valute diverse dall'euro, seppur ancora solo nel 17% dei casi.

 Il fenomeno shopping tourism

È lo spaccato che emerge dalla tappa locale del forum "Shopping tourism", promosso da Risposte turismo nella sede di Confcommercio e ripreso dalla Dire. Evidenzia tra gli altri Patrik Romano, direttore generale di Bologna Welcome, intervenendo alla tavola rotonda del convegno: "Dobbiamo permettere al turista che sta qui tre giorni di fare il maggior numero di esperienze possibile, e anche lo shopping, che si concentra per il 65% nel centro storico, è incluso, anche se ancora non rappresenta oggi uno dei driver principali di chi decide di venire a visitare questa città. La parola fondamentale non solo a Bologna è accoglienza, che qua e là abbiamo anche sottovalutato, a fianco della digitalizzazione di tutti i processi informativi a partire dalle prenotazioni".

Aver tolto ad esempio la biglietteria fisica sotto le Due torri e sotto l'Orologio, digitalizzando tutto, "ha consentito a turisti e visitatori di prenotare meglio tutta la loro esperienza a Bologna, facendo più cose e, fra l'altro, evitando spiacevoli code", nota Romano. In tutto questo è Massimo Torti, segretario generale di Federmoda Italia, a segnalare in sostanza che "è cambiato tutto e non è cambiato niente", tra lockdown, rincari energetici e invasione russa dell'Ucraina: "Abbiamo perso dal 2019 al 2021 una fetta importantissima di shopping tourism di cinesi e russi, che da soli valevano il 40% in Italia delle spese di shopping. Con uno scontrino medio, per i cinesi, di 1.208 euro, e 687 euro per i russi. Lo shopping comunque tiene e- nota Torti- i dati Bankitalia ci parlano di 44 miliardi di euro spesi nei consumi degli stranieri in Italia nel 2019 e di 21 miliardi nel 2021. In questi primi sei mesi del 2022 siamo a 16 miliardi, quindi, gradualmente, piano tornando ai livelli pre-Covid", confida il segretario Federmoda.

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