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Cronaca

Stop ai pazienti in arrivo da fuori, le cliniche private pronte a fare ricorso al Tar

Pure i malati minacciano le vie legali, ma Ausl riduce l'allarme perdite

Le cliniche private dell'Emilia-Romagna sono pronte a portare la Regione davanti al Tar, contro la direttiva che blocca di fatto l'arrivo dei pazienti dal resto d'Italia. Lo mette in chiaro il presidente dell'Aiop di Bologna, Averardo Orta, parlando  questa mattina a margine della presentazione del bilancio sociale aggregato 2015 dell'associazione degli ospedali privati. "Stiamo valutando anche il ricorso al Tar- conferma Orta- ma speriamo nel buon senso dell'assessore".

Il titolare della Sanità in viale Aldo Moro, Sergio Venturi, che stamattina nella sede di Unindustria Bologna era di fatto il convitato di pietra. "Siamo l'unica Regione in Italia che blocca i pazienti da fuori", tuona Orta dal palco, in apertura dei lavori. Il problema nasce da un comma della legge di stabilità 2016, che mette un tetto alle prestazioni offerte ai cittadini di altre regioni. Un'interpretazione restrittiva della norma, contesta Aiop, a cui però solo l'Emilia-Romagna si è adeguata. "E' un pasticcio che favorisce la Lombardia, che invece continua ad attrarre pazienti e ha ricevuto un regalo inatteso", sottolinea Orta. Per le cliniche private di Bologna, questo blocco vale "tra i 41 e i 50 milioni di euro in meno". L'Ausl di Bologna invece fa altri conti. "Ballano tra i 18 e i 20 milioni di euro", calcola il direttore sanitario Angelo Fioritti. Guerra di cifre a parte però, per l'Aiop significa essere "costretti a bloccare i 40 milioni di euro in tre anni di investimenti programmati solo a Bologna- avverte Orta- e tagliare 700 posti di lavoro in Emilia-Romagna, rischiando anche di non raggiungere le prestazioni minime per l''accreditamento. Il che apre uno scenario apocalittico".

Dunque, "mi appello al Parlamento e alla Regione- manda a dire il presidente Aiop- se non cambia qualcosa in tempi rapidi, entreremo in una crisi di cui non possiamo prevedere l'entità". Secondo Orta, "oltre un mese non possiamo attendere, abbiamo già avuto perdite incalcolabili. Migliaia di prestazioni sono state bloccate e abbiamo strutture con personale ancora in ferie". Non solo. Proprio l'Ausl di Bologna, applicando la direttiva regionale ("Un atto dovuto", lo definisce Fioritti) ha sospeso i pagamenti una volta raggiunto il tetto di prestazioni richieste.

"Ma per noi significa non riuscire a pagare gli stipendi e bloccare i ricoveri- avverte Orta- abbiamo già perso centinaia di pazienti e abbiamo ricevuto lettere di cittadini che minacciano le vie legali per interventi già programmati ma non effettuati". Finora i contatti con la Regione "non hanno portato a soluzioni". E il presidente regionale Aiop, Bruno Biagi, attacca: "Diciamo che non si fanno i muri per i migranti e poi li facciamo per i pazienti? La riduzione della mobilità non si fa per decreto, ma aumentando i servizi in loco". La Regione, insiste l'Aiop, "deve assolutamente difendere il sistema. A volte ci stupiamo di questa passiva accettazione nei confronti delle altre Regioni: questa è una mossa politica". E avverte: "Non è nel nostro stile portare lavoratori e pazienti in piazza, ma dobbiamo tenere conto anche che siamo aziende e che, nel caso, posti di lavoro e investimenti caleranno con una ricaduta su tutto il sistema".

L'Aiop è pronta "a riscrivere il nostro ruolo e capire cosa fare- assicura Biagi- se dedicarci di più al welfare e all'Emilia-Romagna. Ma non possiamo farlo dall''ggi al domani: dobbiamo metterci insieme al tavolo. Siamo spiacevolmente sorpresi da alcuni atteggiamenti della Regione, fuori dal clima di collaborazione a cui eravamo abituati". (agenzia Dire)  

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