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Cronaca Santo Stefano / Via Alamandini

Alla scoperta della Bologna segreta. Una colonna dimenticata e la sua straordinaria leggenda

Dedicata a San Procolo, secondo patrono di Bologna. Questa colonna oggi è ignorata, solo una lapide alla base ne rivela l’importante testimonianza

Lungo via Alamandini, nella prima fascia collinare, a un paio di chilometri da porta San Mamolo, si trova una rustica colonna che ricorda il martirio di San Procolo. Bologna ha ben 4 santi protettori: Domenico, Francesco, Petronio e il meno celebrato, appunto, Procolo.
Legionario romano convertito al cristianesimo, fu martirizzato nel 303 sotto Diocleziano. Furono probabilmente l’impegno e l’energia con cui combattè il paganesimo a procurare a Procolo parecchie inimicizie. Interrogato in merito alla sua opera di cristianizzazione, Procolo rispose con parole severe nei confronti di persecutori e rifiutò categoricamente di rinnegare la sua fede. Tutto ciò lo condusse, irrimediabilmente, alla decapitazione. 

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Leggenda vuole che, decapitato con un solo colpo di spada proprio dove ora troviamo la colonna, Procolo si rialzò afferrando per i capelli la propria testa e, facendosi largo tra gli spettatori attoniti, camminò verso il centro della città fino all’attuale via d’Azeglio. Nel punto dove, si dice, crollò a terra dissanguato, si eresse a inizio Seicento una piccola cappella, trasformata dai Benedettini in chiesa vera e propria a lui intitolata a metà del XI secolo.

Inizialmente fu questa colonna, eretta sul luogo del martirio, a conservare le ossa di Procolo, proclamato poi santo e secondo patrono di Bologna e protettore dei militari. Oggi è però ignorata e solo una lapide consumata alla base ne rivela l’importante testimonianza.
Un San Procolo in marmo, opera di un giovanissimo Michelangelo, è sull’arca di San Domenico, nell’omonima basilica.

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Fonte: guida 'Bologna insolita e segreta' di Davide Daghia, edita da Jonglez, disponibile in tutte le librerie e online

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