Salute emotiva dei bambini e immagini di guerra, come comportarsi? Parola alla psicologa
Rosanna De Sanctis spiega come trattare l'argomento con più piccoli, per evitare reazioni stressanti
I nostri bambini e la guerra in Ucraina. Sentono che gli adulti ne parlano, ascoltano e vedono le notizie in televisione e alla radio, incontrano i minori accolti dalle famiglie e coinvolti nelle attività delle scuole: qual'è il modo migliore per parlare loro, nel modo più corretto, di quello che sta succedendo? E anche proteggerli da contenuti non adatti a loro? "In questo periodo storico complesso, prima la pandemia e ora la guerra, tutti gli adulti (e in particolar modo gli educatori e gli operatori sanitari, gli psicologi...) riflettono su come l’esposizione continua dei minori può causare un grande senso di incertezza, sentimenti di impotenza davanti a eventi imprevedibili e minacciosi e perdita di speranza nel futuro. Ma sappiamo che eventi stressanti richiedono risposte per prevenire e promuovere la salute emotiva dei bambini" spiega la psicologa Rosanna De Sanctis.
Quali possono essere le reazioni nei bambini a seguito di un evento stressante come la percezione della guerra?
"Difficoltà a concentrarsi, disturbi del sonno e risvegli notturni, pianto frequente, irritazione e rabbia, comportamenti aggressivi, ansia da separazione, sintomi somatici (mal di pancia, mal di testa, stanchezza eccessiva), difficoltà a parlare dell’evento, angoscia evocata da stimoli legati all’evento, giochi ripetitivi con contenuti legati alla guerra".
Quali sono le azioni degli adulti che possono aiutare i bambini?
"Primo tra tutti: osservare i loro comportamenti. Tutto ciò che i bambini non dicono lo mostrano con i comportamenti, con il gioco, con il corpo (sintomi somatici). È importante non giudicarli, ma spiegare che forse dietro a quel comportamento ci sono emozioni come ad esempio la paura".
E poi permettere di fare domande. Dare risposte comprensibili in base all’età, utilizzare parole utili per spiegare gli eventi, aiutiamoli a esprimere le loro emozioni, le loro ansie, le loro paure ed anche il dolore che provano nei confronti di altri bambini che stanno vivendo una situazione cos’ drammatica. Chiediamo a loro cosa sentono, se ne hanno parlato con altri adulti o tra di loro, perché è importante che i bambini sentano la possibilità di chiedere cosa sta accadendo e trovino negli adulti ascoltatori attenti ed empatici
Dare sostegno e conforto. Quando non abbiamo soluzioni per avvenimenti come la guerra abbiamo sempre la possibilità di sostenere con la vicinanza fisica, l’abbraccio e il contatto. Condividere che anche come adulti ci sentiamo preoccupati e tristi per quello che sta accadendo, ma possiamo rassicurali che siamo tutti sensibili, e che tutti ci stiamo impegnando per far tornare la pace e per vivere in un mondo più sicuro.
È importante integrare gli stati cognitivi e affettivi, permettere di fare domande e ricevere risposte che non minimizzano gli eventi e non amplificano i fatti".
Bambini davanti alla tv e in rete, mentre passano immagini cruente e bollettini di guerra. Sì o no? Come?
Le notizie di questi giorni possono essere di difficile comprensione con contenuti visivi che espongono a sviluppare soprattutto nei bambini emozioni di paura e angoscia. Noi professionisti sappiamo quali possono essere gli effetti delle esperienze traumatiche e la necessità di interventi per aiutare i bambini nei loro bisogni e ristabilire delle condizioni di sicurezza. Niente tv e notizie e soprattutto mai da soli: se ne vedono e ne sentono è importante parlarne con loro, rispondere alle domande e stargli accanto emotivamente. Le immagini sono veramente traumatiche".