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Cronaca

Commercio abbigliamento Emilia-Romagna: "Nel post-Covid cali fino al 60 per cento"

In una indagine il 70% degli intervistati ha dichiarato una diminuzione e fra questi il 26% una diminuzione superiore al 40%, con punte superiori al 60%

Ripartenza lenta per il commercio un mese dopo la fine del lockdown. La Federazione Moda Italia in collaborazione con Confcommercio Emilia-Romagna e Iscom ha monitorato, attraverso un questionario, l'andamento del primo mese dalla riapertura dei negozi del settore, confrontando i dati con lo stesso periodo del 2019.

Hanno risposto in 100, il 65% del settore abbigliamento, intimo, sport, il 30% del comparto calzature e accessori, il 5% di altri beni persona. Particolare attenzione è stata dedicata alla rilevazione dell'utilizzo di ammortizzatori sociali e di altre forme di aiuti, ed è stato anche analizzato il rapporto con i fornitori.

"Purtroppo viene sostanzialmente confermato il dato rilevato dopo una settimana dall'apertura in relazione al confronto fra gli incassi: il 70% degli intervistati ha dichiarato una diminuzione e fra questi il 26% una diminuzione superiore al 40%, con punte superiori al 60%, solo il 23% ha riscontrato dati stabili. Il 50% degli operatori ha applicato sconti, normalmente fino al 30%", chiarisce Federazione Moda.

Quanto all'utilizzo degli ammortizzatori sociali durante il lockdown per i lavoratori del settore, il 44% non ha lavoratori dipendenti, mentre il 45% degli intervistati ha richiesto la cassa integrazione in deroga, il 3% il fondo di integrazione salariale e solo l'8%, pur avendone diritto, non ha richiesto gli ammortizzatori. Solo il 20% degli intervistati non ha richiesto aiuti finanziari, metà perché non ne aveva bisogno e gli perché spaventati da eccesso di burocrazia e dai tempi lunghi di perfezionamento delle pratiche.

Fra coloro che hanno richiesto aiuti finanziari solo il 5% ha avuto il respingimento della richiesta, il 28% non ha incontrato particolari problemi mentre i rimanenti si sono scontrati con eccessi di burocrazia e soprattutto tempi troppo lunghi (il 50% ha lamentato questo problema).

I fornitori, invece, hanno concordato solo parzialmente dilazione dei pagamenti, sconti sulla merce e una ridefinizione degli ordini. "Si sta ripartendo con grande difficoltà. Diventano assolutamente necessari aiuti concreti e sostegni significativi da parte dell'intero sistema per evitare un autunno tragico per moria di imprese e tenuta occupazionale: da parte dello Stato servono veri contributi a fondo perduto ed una modifica della fiscalità d'impresa", scandisce Marco Cremonini, presidente di Federazione Moda Italia Emilia-Romagna.

"Le banche devono garantire maggiore liquidità in tempi molto più rapidi e i fornitori devono entrare in una logica di responsabilità di filiera per distribuire in modo equo su tutti i protagonisti del settore l'enorme peso di questa crisi sanitaria ed economica", conclude. (Vor/ Dire)

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