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Cronaca

Coronavirus e contagi case di riposo: le opposizioni premono per la commissione d'inchiesta

I consiglieri di Movimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia in Regione chiedono di indagare sull’elevata diffusione del virus all'interno delle case anziani

Una commissione d'inchiesta sulle condizioni che hanno determinato l’elevata diffusione del coronavirus all'interno delle strutture residenziali e assistenziali per anziani . A chiederlo è Silvia Piccinini (M5s) che oggi ha depositato ufficialmente l'atto in Assemblea legislativa.

La capogruppo ricorda che "l'Istituto superiore di sanità ha già avviato un'approfondimento per acquisire informazioni sulla gestione di eventuali casi sospetti e confermati di infezione da coronavirus nelle circa 2.500 strutture censite nella mappa online dei servizi per le demenze" e che in "alcune regioni sono state avviate indagini da parte degli organi inquirenti, partendo da segnalazioni di familiari per occultamento degli esiti del contagio e di cartelle cliniche".

Sono nove le attività irregolari, per sanzioni complessive per 5mila euro, come fanno sapere i Nas di Bologna nei controlli alle residenze per anziani. 

La pentastellata spiega inoltre: "Conoscere quanto è accaduto, anche nella nostra regione, è indispensabile non solo come imperativo etico e civile, ma anche come condizione imprescindibile a ridefinire il sistema socio-assistenziale del 'dopo emergenza' e per definire quali debbano essere le condizioni attraverso le quali rendere efficace e sicuro il nostro welfare anche rispetto ai rischi da epidemie". E aggiunge: "La stessa 'ripartenza' comporta anche una ridefinizione del nostro sistema sanitario e assistenziale da realizzarsi partendo dalla piena consapevolezza della successione degli eventi, dei possibili limiti e degli strumenti necessari per il loro superamento".

VIDEO| Coronavirus: anziani positivi, sanificata la Asp Rodriguez di San Lazzaro

Anche i consiglieri di Fratelli D'Italia in Regione Marco Lisei, Michele Barcaiuolo e Giancarlo Tagliaferri si associano e chiedono di "fare luce sull'efficacia, sulla tempestività e su eventuali inadempienze e responsabilità dei provvedimenti adottati per fronteggiare il coronavirus". 

"Nella nostra regione- sottolineano gli esponenti di Fdi- non è stato predisposto immediatamente un piano per sottoporre a tampone il più ampio numero possibile di cittadini, come pure non si è provveduto a sottoporre a questo test il personale sanitario; ancora oggi, dopo altisonanti annunci su una nuova fase contro il Covid-19 con 5 mila tamponi al giorno, i dati relativi ai criteri e al reale numero di tamponi eseguiti non sono chiari e solo solo successivamente si è scelto di eseguire test sierologici". Per questi motivi, secondo i richiedenti, "è necessario avere tutti i dati in merito e analizzare se i tamponi eseguiti siano stati sufficienti a contenere la diffusione del virus, le ragioni di questa scelta e le possibili alternative".

Secondo Lisei, Barcaiuolo e Tagliaferri "alcune scelte compiute per contrastare la diffusione del virus potrebbero essere state veicoli per una sua maggiore propagazione, come, ad esempio, dislocare i pazienti infetti in più strutture ospedaliere sparse sul territorio regionale e non sollecitare la sanificazione delle strade".

I consiglieri, pertanto, chiedono "l'istituzione di una commissione speciale d’inchiesta per indagare e fare luce su tempestività, efficacia e responsabilità dei provvedimenti adottati e sulle carenze che il servizio sanitario regionale ha dimostrato nell’affrontare l'emergenza pandemia". Oggetto della Commissione sarà la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19 nel territorio regionale con particolare riguardo a: "eventuali responsabilità circa i ritardi e sulla validità dei provvedimenti adottati; carenze evidenziate dal Servizio sanitario regionale nell’affrontare l’emergenza; verifica della situazione all’interno delle strutture residenziali per anziani; verifica delle anomalie nelle varie provincie come l’elevato numero di casi di polmoniti interstiziali nella provincia di Piacenza; disponibilità e fabbisogno dei dispositivi di protezione individuali e sul processo di conversione delle aziende per la loro produzione; ritardo nella predisposizione di un piano per sottoporre la popolazione a tamponi e/o a test sierologici".

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