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Non ha diritto al bonus, scaglia telefono sulla testa della dipendente comunale

La denuncia dei sindacati: "Colpa degli slogan pubblicitari del governo che delegittima il lavoro pubblico"

Una dipendente del Comune di Bologna, nella giornata di ieri, è stata aggredita da un'utente mentre stava lavorando allo sportello dell'Ufficio relazioni con il pubblico di un Quartiere. La segnalazione arriva dai sindacati (Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl) che sottolineano, con l'occasione, il fatto che "da troppo tempo si susseguono aggressioni sia verbali che fisiche ai danni di colleghe e colleghi, quasi ogni giorno quelle verbali, in preoccupante aumento quelle fisiche".

L'operatrice è stata aggredita da una donna che si è presentata all'Urp per chiedere un'agevolazione a cui però non aveva diritto: di fronte al 'no', la donna "ha alzato il telefono che era sul banco e lo ha lanciato sulla testa dell'operatrice", spiega Gladys Ghini della Fp-Cgil.

Episodi che si verificano nel contesto della "situazione generale che si è venuta a creare grazie agli slogan pubblicitari del Governo", attacca la sindacalista, perché "dalle campagne fatte sui social sembra che tutti abbiano diritto a tutto". Invece non sempre è così e "spiegare che non ci sono i requisiti o che ancora non c'è la legge- continua Ghini- è un bel problema per gli operatori degli sportelli".

Tornando al comunicato diffuso dalle tre sigle di categorie, nel testo si sottolinea che "Cgil, Cisl e Uil hanno segnalato più volte all'amministrazione comunale la situazione di disagio e di difficoltà delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente ricevono i cittadini per l'erogazione dei vari servizi pubblici".

La situazione di "forte disagio se non addirittura di malessere psicofisico- scrivono i sindacati- inizia con una pesante campagna nazionale di delegittimazione dei dipendenti pubblici, all'epoca del ministro Brunetta, continuando con l'attuale ministro Bongiorno che nell'ennesimo testo di pseudo riforma della pubblica amministrazione prevede l'adozione di sistemi di controllo quali impronte digitali, telecamere... Come se la sola presenza fosse indice di qualità".

Sono tutte misure che "continuano a dipingere i lavoratori del pubblico impiego come scansafatiche, mangia pane a tradimento, fannulloni... Come se l'erogazione di un qualsiasi servizio - sottolineano i sindacati - dipendesse esclusivamente dal singolo operatore che si trova a lavorare allo sportello e non da una precisa volontà".

Queste campagne "fatte apparentemente senza un obiettivo preciso, in realtà, servono per delegittimare il lavoro pubblico- continua la nota- e quindi per aprire le porte alle varie privatizzazioni dei servizi". Tutto questo "nascondendo che i problemi della pubblica amministrazione - continuano i sindacati - prima di tutto sono di natura informativa, organizzativa, regolamentare e legislativa, contrattuale e di ricambio generazionale".

Cgil, Cisl e Uil, dunque, "ribadiscono all'amministrazione che la sicurezza dei lavoratori, che tutti i giorni rappresentano l'amministrazione agli occhi dei cittadini, deve essere la priorità" e occorre "predisporre tutte quelle azioni che devono prevenire gli episodi come quello avvenuto ieri".

A questo proposito serve "urgentemente" un confronto con i sindacati e la Rsu da parte dell'amministrazione, "perché vengano assunte anche iniziative di comunicazione volte a rendere pubblica ai cittadini la situazione di disagio degli operatori", concludono le tre sigle. (Dire)

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