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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Omar Pedrini: "Bologna, un amore corrisposto. Qui ho gli angeli che mi hanno salvato la vita"

Il musicista ex Timoria fra gli artisti del concertone di stasera a favore degli alluvionati dell'Emilia-Romagna: "Non vedo l'ora di cantare. Era la mia città-luna park, adesso è ora di fare qualcosa anche per l'ambiente"

Omar Pedrini, il rocker ex Timoria, è uno dei protagonisti della serata di musica "Oltre le nuvole"nata per raccogliere fondi a favore delle vittime dell'alluvione dell'Emilia-Romagna: stasera sul palco delle Caserme Rosse si alterneranno oltre una ventina di artisti fra cui Arisa, Giusy Ferreri, Leo Gassman, Willie Peyote ed Extraliscio per regalare al pubblico (gli artisti si esibiscono tutti a titolo gratuito) un po' di serenità e allo stesso tempo, fare qualcosa di concreto per la ricostruzione. Il pretesto per una chiacchierata con Omar Pedrini arriva così, ma le scoperte che emergono una alla volta dalla chiacchierata sono tante: Bologna lui ce l'ha nel cuore (quasi letteralmente), romagnolo uno dei suoi fan club più carichi, già 30 anni fa con i Timoria aveva prodotto il primo disco a tema ambientalista. 

Omar, questa sera salirai sul palco delle Caserme Rosse per dimostrare sostegno agli emiliano-romagnoli alluvionati: che significato ha per te questa presenza? 

"Il significato della mia partecipazione a questo evento è molto profondo, ma anche molto concreto: il cuore e l'affetto per l'Emilia-Romagna ci sono e voglio portare un sorriso in un momento difficile attraverso la musica, che tanto può fare. La musica porta bellezza e allegria, è figlia della pace come il pane lo è della farina. Mi auguro che stasera qualcuno possa dimenticare almeno per un po' le difficoltà. Ma non è solo questo: è anche un aiuto concreto e vogliamo raccogliere più fondi possibile per sistemare le cose. Non tutto, ma quanto più possibile". 

Ascolteremo per la prima volta un brano molto particolare il cui titolo è incredibilmente collegato al tema dell'alluvione e dell'acqua...

"Non vedo l'ora di cantare anche per questo: sarà la prima volta che farò ascoltare il mio nuovo singolo Diluvio Universale. Un regalo per chi viene apposta per me e un piccolo momento di felicità per gli altri. Il titolo sì, ha un senso ancora più denso, anche se non avrei mai voluto una tale coincidenza: il brano parla di eventi climatici e mi piace ricordare che noi Timoria, ben trent'anni fa, abbiamo prodotto un disco ecologista. Una riflessione sulla responsabilità dell'uomo, su una natura a volte madre e a volte matrigna, su quello che abbiamo fatto con le nostre mani, sulla cementificazione...'Questa sarà la nostra canzone': questo mi hanno scritto dalla Romagna postando dei video nei quali il protagonista era il fango". 

Omar, qual è il tuo legame con Bologna, la nostra città? 

"Mi hanno salvato la vita ben due volte al Sant'Orsola di Bologna. A questa città non solo sono affezionato, qui ho trovato i miei angeli e dunque il legame c'è, eccome. Durante l'ultimo ricovero, tre anni fa, mi sono soffermato a osservare i viali (così come li chiamate voi bolognesi) e la memoria mi ha acceso dei flash sugli anni di Piazza Maggiore di notte, del Dams, del teatro alternativo e degli Skiantos, quando da Brescia venivamo in quello che consideravo uno stimolante e divertente luna park. A un certo punto ho sentito persino l'esigenza di dedicare una canzone a Bologna e, un po' inibito dai grandi che lo avevano fatto prima di me, l'ho intitolata con una dedica a un grande amico che purtroppo non c'è più: Freak Antoni. Quello con questa città, in definitiva, è un amore corrisposto". 

Il musicista Omar Pedrini operato a Bologna: "Intervento al cuore durato 5 ore"

Amico dove sei? Con le spalle larghe e i piedi buoni Con tutto quel fiato nei polmoni A Bologna con l'Italia intera Con la sua ferita sempre accesa

dalla canzone "Freak Antoni" di Omar Pedrini  

Un nuovo album fra pochi giorni: "Personale e sofferto"

E manca pochissimo all'uscita del nuovo album di Omar Pedrini, fissato per il 16 giugno. Si intitola "Sospeso" ed è un disco di soli inediti: si tratta del numero diciotto (11 scritti per i Timoria e 7 da solista). Un lavoro prodotto col suo storico braccio destro Carlo Poddighe (anche coautore di alcuni brani) e suonato coralmente dalla ormai rodata Omar Pedrini Band, che conferisce al lavoro il sound di una solida rock‘n roll band, con influenze sonore dal post punk, new wave, prog rock anni ‘70:  “Nove canzoni e un’Ave Maria” le ha definite l’artista. Per la prima volta non ha alcun ospite perché stavolta il lavoro è troppo personale e sofferto". 

Il nuovo lavoro discografico nasce tra il periodo del Covid, che ha lasciato appunto il mondo col fiato sospeso, e il suo intenso vissuto tra la vita e la morte, affrontando solo negli ultimi due anni cinque interventi chirurgici di cui quattro cardiovascolari. Un disco quindi personale e profondo ma dove la voglia di lottare e di vivere emergono continuamente, testardamente. Dedicato alle nuove generazioni da un autore attento ai mali del mondo e da un uomo cinquantenne anarchico pacifista che da tempi non sospetti (ricorderemo il profetico “2020” pubblicato come grido per il pianeta già nel 1994) sogna un’umanità unita nella pace e nella giusta guerra all’inquinamento del pianeta e ai cambiamenti climatici.

L’album sarà anticipato da un primo estratto disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 19 maggio. Il titolo del nuovo singolo è “Diluvio Universale”: un titolo emblematico, per un brano che vuole sensibilizzare contro i cambiamenti climatici, tema caro a Omar Pedrini sin dall’esperienza coi Timoria (il profetico “2020” pubblicato come grido per il pianeta già nel 1994). Portavoce da tempi non sospetti di temi alti quali la spiritualità, il legame col pianeta Terra e l’ambientalismo, in Diluvio Universale Pedrini canta dell’urgenza di rialzarsi, lottare, non abbandonare le speranze e piuttosto passare dalle parole ai fatti, quasi una dedica alle nuove generazioni per dare loro voce in un brano in cui la ritualità del suo rock si mescola con un attitudine funk e quasi gospel.

1. Jarno Iotti

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