Concorso insegnanti scuola d'infanzia, Adi attacca il Comune: 'E' fasullo, posti zero'
L'amministrazione comunale rispedisce le accuse al mittente: 'Confermiamo impegno a dare stabilità ai servizi rivolti all'infanzia e al personale precario'
Via all'assunzione in ruolo di 158 maestre precarie nel Comune di Bologna. Il nullaosta arriva dal TAR, che ha respinto la richiesta, proposta da alcune insegnanti precarie della scuola d'infanzia del comune di Bologna, di sospendere il concorso loro riservato e, di conseguenza, l'atto con cui la Giunta comunale ha rideterminato la dotazione organica dell'Ente e stabilito che alle nuove assunzioni di insegnanti comunali si deve applicare il Contratto Collettivo di Lavoro degli Enti Locali anziché quello della Scuola.
La cosa non va giù all'Adi - associazione docenti e dirigenti scolastici - per cui "La cosa inconcepibile, in questa vicenda kafkiana delle maestre della scuola dell’infanzia, è che per la prima volta il Comune fa un concorso senza avere definito il piano annuale delle assunzioni e senza dire che una legge dello Stato attualmente gli impedisce di fare il concorso". Per Adi dunque i "158 posti sono solo sulla carta. Nel bilancio, approvato il 26 marzo, lo stesso giorno dell’udienza al TAR, non è previsto nessun posto per le insegnanti per il 2015, perché il Comune deve assorbire il personale della Provincia. E il Comune lo sapeva prima di indire il concorso (il 29 dicembre 2014) e prima di emanare il bando (il 29 gennaio 2015), perché lo ha stabilito la legge di stabilità 2015, varata il 23 dicembre 2014". Questa legge impone - sottolinea l'associazione "che per gli anni 2015 e 2016 regioni ed enti locali debbano destinare le risorse al collocamento del personale delle Province e possano assumere solo i vincitori dei concorsi conclusi entro la fine del 2014".
Quindi saremmo in presenza di 'un concorso fasullo', secondo quanto denuncia Adi. Ma non solo. La seconda cosa "incredibile" della vicenda è che con questo concorso "il Comune priva di tutti i diritti acquisiti le proprie insegnanti abilitate iscritte nella graduatoria permanente che viene azzerata. Queste insegnanti, che hanno superato due concorsi in Comune e hanno alle spalle 10-15 anni di insegnamento, sono costrette a rifare un concorso già fatto e vedono annullate tutte le priorità , faticosamente conquistate".
Sotto accusa anche le modalità contrattuali proposte alle maestre ( Contratto Collettivo di Lavoro degli Enti Locali anziché quello della Scuola). 'Un' ossessione del Comune dell'amministrazione' per Adi, che si sarebbe contraddetta: "Merola, che prima aveva dichiarato che non avrebbe mai cambiato il contratto alle insegnanti, e poi aveva aggiustato il tiro dicendo che l’avrebbe fatto “ solo se obbligato dalle leggi”!! E invece l’ha fatto senza obbligo alcuno."
L'AMMINISTRAZIONE RISPEDISCE LE ACCUSE AL MITTENTE. Non ci sta il Comune ad incassare il colpo e attraverso una nota fa sapere che "nel respingere con forza le accuse mosse dall'ADI, conferma il proprio impegno a dare stabilità ai servizi rivolti all'infanzia e al personale precario".
Le difficoltà del contesto e "l'incertezza del quadro normativo in materia di assunzioni di personale, con la necessità, negli anni 2015 e 2016, di assorbire il personale soprannumerario delle Province, sono note a tutti", ammette l'Amministrazione, spiegando che 'dopo la legge di stabilità 2015 e la successiva Circolare interpretativa, il Comune di Bologna è stata una delle amministrazioni locali che, insieme ad ANCI, più hanno chiesto con forza che sul piano delle possibilità assunzionali vi fosse certezza del diritto e almeno una deroga esplicita per assumere categorie di personale non presenti tra il personale delle Province, tra cui insegnanti ed educatori."
Il concorso, tiene a sottolineare il Comune, "non è né falso, né a zero posti. E’ importante che i candidati ne siano consapevoli e spiace constatare che un'organizzazione sindacale si assuma la responsabilità di diffondere notizie che potrebbero indurre qualcuno a non partecipare alla procedura mettendo a rischio la propria possibilità di un impiego futuro".
Piuttosto "confusa", mandano a dire da Palazzo D'Accursio, "l'accusa di non aver inserito nel bilancio 2015 alcun posto di insegnante. I posti da insegnante sono 158 ed erano già previsti nella programmazione dei fabbisogni di personale del triennio 2014-2016, confermati negli Indirizzi relativi alla programmazione 2015-2017 contenuti nel Documento Unico di Programmazione appena approvato".
L'Amministrazione respinge anche l'accusa di “ossessione” per il contratto scuola: "Il fatto che ci siano persone - dicono gli amministratori - che protestano contro un ente che ha scelto una procedura “riservata” per assumerle a tempo indeterminato anziché avviare un concorso pubblico è davvero bizzarro"