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Cronaca

Congresso Pd, Bonaccini scalpita: "Anticiparlo? Credo che si possa accelerare"

Il governatore in predicato per una candidatura di peso, preme sull'acceleratore per anticipare le date previste di marzo

"Credo che si possa accelerare, se viene condivisa l'analisi che non siamo in tempi ordinari". Stefano Bonaccini muove un timido passo in avanti per quanto riguarda il tema di anticipare il congresso del Pd, attualmente previsto per i primi mesi del 2023 ma che attorno a sé ha già sollevato molte perplessità, dal momento che i sondaggi sono in caduta libera e che, senza una linea, il partito non riesce a prendere una singola decisione, in settimane dove invece occorre pieno mandato.

A questo punto, sui tempi del congresso, il gruppo dirigente Pd "dovrebbe a mio parere avanzare una proposta all'assemblea, che dovrà determinare una scelta" commenta Bonaccini, incalzato a riguardo. Una scelta, sottolinea il governatore, che sia "il più coincidente possibile con l'umore popolare".

Il governatore dell'Emilia-Romagna, sempre più vicino alla candidatura alla segreteria Pd, torna alla carica in serata, cogliendo le aperture provenienti dal Nazareno sui tempi del congresso. "Non so cosa abbiamo deciso in segreteria, non sapevo nemmeno che ci fosse- puntualizza Bonaccini- ma credo che si possa accelerare, se viene condivisa l'analisi che non siamo in tempi ordinari".

Bonaccini alla presentazione del libro di D'Alema

Il fatto che non si possa aspettare troppo a lungo "mi pare che oggi lo dicano anche diversi esponenti del gruppo dirigente, rendendosi conto che ciò che sta accadendo segnala la necessità di dotarci di un nuovo gruppo dirigente un po' prima di quanto si era immaginato". Del resto, sottolinea ancora Bonaccini, "tutte le persone che incontro mi guardano stupite quando commentano i tempi che si siamo dati".

Bonaccini è in Sala Borsa, a Bologna, dove ha presentato la nuova edizione del libro di Massimo D'Alema "A Mosca l'ultima volta. In viaggio con Enrico Berlinguer", accanto allo stesso ex presidente del Consiglio e a Pierferdinando Casini. D'Alema si è tenuto lontano dalla battaglia pre-congressuale, ma ha ribadito l'inevitabilità di un dialogo con i 5 stelle. "Ritengo che il Movimento 5 stelle nella concreta esperienza politica abbia scoperto che c'erano la destra e la sinistra e abbia fatto una scelta, definendosi una forza progressista", ha ricordato D'Alema.

"Questo movimento, nato come 'Vaffa', si è collocato in un altro modo, anche vedendo lo spazio lasciato dal Pd". Secondo l'ex leader Ds, del resto, "se non vogliamo che i poveri votino a destra contro quelli più poveri di loro dobbiamo infondere in loro la speranza di un riscatto sociale".

Per quanto riguarda l'antipolitica, infine, "forse oggi nel paese comincia ad esserci la percezione che ha bisogno della politica. Dopo anni in cui si è mancato di rispetto alla politica". Per Casini a differenza delle grandi personalità dell'epoca di Moro e Berlinguer "quelle di oggi fanno leva sugli istinti peggiori della gente per gonfiarsi elettoralmente. Invece questi uomini hanno cercato di farsi argine loro alla demagogia".

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