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Cronaca

Consumo di suolo: "Ancora cemento, la legge regionale non funziona"

Attacco di Legambiente alla legge voluta dalla giunta Bonaccini nel 2017: "Emilia-Romagna sul podio con le regioni del nord"

L’Emilia-Romagna è "terza sia per incremento di suolo consumato nel periodo 2020-2021 (658 ettari) sia in totale di suolo consumato nel 2021 (oltre 200mila ettari), dopo Lombardia e Veneto". E questo conferma anche come "l’inadeguatezza della legge urbanistica regionale sulla tutela e l’uso del territorio".

Non usa mezzi termini Legambiente per bocciare, a cinque anni di distanza, la legge sul consumo di suolo voluta dalla prima giunta Bonaccini, e nel farlo l'associazione ambientalista richiama i numeri del rapporto Ispra sul consumo di suolo nel 2021.

Nel complesso, ricorda Legambiente, l’ultimo rapporto ISPRA sul consumo di suolo "sancisce il 2021 come vero e proprio annus horribilis per la nostra penisola. Rispetto agli ultimi dieci anni, infatti, l’incremento di consumo di terreno vergine in Italia ha segnato il record di oltre 2 m2 al secondo, per un totale di quasi 70 km2 di nuove coperture artificiali". 

I numeri in Emilia-Romagna

 Nella classifica nazionale dei comuni peggiori troviamo Ravenna seconda solo a Roma per incremento consumo di suolo nel periodo 2020-2021, con 68,66 ettari di incremento nell'ultimo anno. Nella classifica regionale invece, dietro Ravenna troviamo i comuni di Reggio nell’Emilia (35,44 ha) e Ostellato (30,26 ha).   

Se guardiamo invece al consumo di suolo pro capite, l’indice in rapporto alla densità abitativa, troviamo Ostellato (FE) in cima alla lista dei comuni in Emilia-Romagna, con un consumo di suolo annuo di 52,5 m2 per ciascun abitante. Subito dopo si piazzano Polesine Zibello (PR) e Besenzone (PC), che hanno perso rispettivamente 25,5 m2/ab e 16,4 m2/ab. Ben 13 comuni hanno superato i 10 m2/ab di consumo pro capite nel 2021: erano 8 nel 2020 e 10 nel 2019.  

Preoccupa l'espansione della logistica

Dati allarmanti e senza precedenti -riporta Legambiente- sono il risultato "di un ritmo insostenibile di nuove costruzioni dovuto in parte alle forti pressioni del settore della logistica e dall’altra all’assenza di interventi normativi efficaci per ridurre il consumo di nuovo suolo".  

I dati del rapporto ISPRA per l'associazione ambientalista confermano anche "l’inadeguatezza della legge urbanistica regionale sulla tutela e l’uso del territorio: il corretto recepimento della legge a livello comunale attraverso la stesura e approvazione dei PUG (Piano Urbanistico Generale) imporrebbe la soglia di consumo pari al 3% della superficie consumata al 2017".

Rielaborando i dati ISPRA, si trova che "tale soglia è già stata ampiamente superata da 21 comuni che hanno prorogato più volte l’approvazione del PUG. “Con questo trend allo scattare del limite del 3% rischieremo paradossalmente di non avere più suolo consumabile” – commenta Legambiente. “Questa è la prova ulteriore di come la legge 24/2017, così come è stata progettata, non ha posto un freno al consumo di suolo”.  

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