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Giovedì, 25 Aprile 2024

Anna Matino

Direttore Responsabile

Zona Universitaria

Il coprifuoco posticipato non sazia la voglia di movida. Arriverà il tempo delle notti in festa, ma non è questo

Slittato il coprifuoco. Poco cambia nei luoghi di aggregazione. Si sforava l'ora prima, lo si fa adesso. Non si rispettano le misure di sicurezza, oggi come ieri. I numeri da zona bianca e la sacrosanta voglia di socialità in qualche modo ci giustificano? O bisogna impegnarsi per non gettare alle ortiche oltre un anno di lacrime e sangue?

Decine e decine di giovani assiepati davanti ai locali di via Petroni. Poche le mascherine. Nulle le distanze, in barba alle misura di sicurezza anti-covid ancora vigenti. Non si rispetta neppure il coprifuoco, benché abbiamo guadagnato un'ora in più (briciole evidentemente, che poco soddisfano la voglia di movida). Questa la situazione documentata in zona U ieri sera, dopo le 23.

VIDEO | Prima serata di coprifuoco posticipato. La situazione in zona U è a briglia sciolta 

Scene come questa non sono nuove. Le abbiamo già vissute settimane e anche mesi addietro. In via Petroni, come in altre zone della movida del centro. In periodi nei quali la curva pandemica era al suo picco e gli ospedali vicini al collasso. Allora hanno indignato molti, oggi con numeri che lasciano intravedere la luce diventano più giustificabili?  

Via del Guasto, residenti: "Feste , degrado e assembramenti in barba al coprifuoco"| FOTO-VIDEO

E' innegabile che siamo 'animali sociali' e che 'non di solo pane vive l'uomo'. Che troppi sbagli sono stati fatti durante questa pandemia, e non solo dai cittadini. Che la misura ormai è colma. Che ci sono varie e svariate situazioni critiche per la diffusione del contagio, molto peggiori delle serate festose di studenti. 

E' altrettanto vero, però, che le varie ondate che ci hanno travolto in questi 14 mesi dovrebbero aver insegnato qualcosa. Come ad esempio a non abbassare troppo la guardia. Un monito che è giunto l'altro giorno anche dall'assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, pur snocciolando numeri in odor di 'libertà' (58 casi coronavirus per 100.000 abitanti e crollo ricoveri nelle terapie intensive al 21%). "Nelle prossime settimane anche noi saremo indirizzati alla zona bianca, ma chi è stato come noi in trincea è molto cauto nel dire che la guerra è finita",  ha detto Donini, sottolineando però come i nuovi numeri "rassicurano, ma non ci devono distogliere dal contrasto dell'epidemia". Il concetto è un po' quello di non mollare all'ultimo miglio. Ora dobbiamo difendere questi numeri conquistati a suon di sacrifici e privazioni di tutti, nonchè con lacrime e sangue di molte categorie di lavoratori.

Ci sarà, insomma, il tempo degli abbracci. Dell'addio alle mascherine. Del ritorno alla normalità e alla libertà, sacrosanto e troppo a lungo negate. Anche il tempo delle lunghe serate in festa. Però quel tempo (che ormai non sembra più così lontano) non è ancora adesso.

Coprifuoco, come la pensano i bolognesi - VIDEO 

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