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Cronaca Lizzano in Belvedere

Corno alle Scale, comitato anti-seggiovia torna all'attacco: "Con rincari edilizia, raddoppio costo nuovo impianto"

Per il comitato "Un altro Appennino è possibile" sale la preoccupazione: "Rischio che il cantiere venga aperto a qualunque costo e i lavori iniziati, per poi magari lasciarli a metà"

Conviene ancora costruire un nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale quando rincara tutto, anche i costi dell'edilizia, e in più nevica poco ? Se lo chiede il comitato "Un altro Appennino è possibile", che riunisce varie voci ambientaliste contro la seggiovia sulla stazione sciistica. Rivolgendosi "alle due amministrazioni che sostengono l'opera", il Comune di Lizzano e la Regione Emilia-Romagna, il comitato afferma: "Dal nostro punto di vista, il nuovo impianto non si dovrebbe costruire nemmeno gratis, ma trattandosi di soldi pubblici si dovrebbero informare le persone in maniera trasparente, perché di certo quei 5,8 milioni non bastano più". Sono quelli previsti dal progetto definitivo di ammodernamento degli impianti al Corno, compresa la nuova seggiovia; progetto del dicembre 2021, "con prezzi identici a quelli assunti negli elaborati preliminari, risalenti al dicembre 2019 e al marzo 2020. E questo significa che nessuno si è preso la briga di aggiornarli".

In attesa di risposte, gli attivisti hanno fatto due conti considerando le variazioni percentuali nei prezzi dei materiali indicate dal ministero delle Infrastrutture e l'ulteriore +35% stimato dall'Ance (rivendendolo però al ribasso, visto che non si parla di un cantiere edile): "Il totale aggiornato minimo" diventa così di "10,2 milioni di euro, quasi il doppio di quello previsto dal progetto definitivo". E siccome "qualsiasi opera pubblica deve tenere conto del rapporto tra costi e benefici. Procedere a qualunque costo non è mai auspicabile, tanto meno ragionevole. Ci chiediamo allora se la Regione stia valutando questo vertiginoso aumento dei prezzi e se ritenga che, anche a fronte di tale aumento, il gioco continui a valere la candela".

Per il comitato "un altro Appennino è possibile" anche "a costo zero la nuova seggiovia Polla-Scaffaiolo sarebbe un progetto svantaggioso e deleterio, perché impatterebbe un versante intatto della montagna, allargherebbe un comprensorio sciistico che non ha prospettive e in estate riverserebbe ancora più gente al lago Scaffaiolo, in un delicato ambiente di crinale. A questo aggiungiamo la preoccupazione che il cantiere venga aperto a qualunque costo e i lavori iniziati, per poi magari lasciarli a metà, a causa di ulteriori aumenti di prezzo, come sempre non preventivati: al danno previsto si aggiungerebbe così il danno di una ferita aperta, sul Corno alle Scale, fino a data da destinarsi".

Il comitato ricorda anche che alcuni comprensori sciistici dell'arco alpino avrebbero deciso di non aprire gli impianti, non potendo sostenere i costi energetici per tenerli in funzione, per alimentare i cannoni della neve artificiale e per muovere i mezzi che battono le piste. Altrove è atteso un aumento del prezzo dello skipass oppure che un suo "agganciamento" a quello dell'energia. Al Corno alle Scale tutto "alla fine della scorsa stagione, gli stessi gestori avevano lanciato il loro allarme: bilancio in rosso e necessità di attingere alle casse pubbliche. Nel frattempo, il prezzo dell'elettricità è pressoché raddoppiato". E dunque che senso ha, insistono gli ambientalisti, "ampliare un comprensorio che ha bisogno di 150.000 metri cubi di neve artificiale per aprire le sue piste a meno di 350 persone al giorno e che impiega in media 50 lavoratori sull'arco di 12 mesi"?. A questo quadro si somma poi quello dei costi di quell'ampliamento, e in particolare della nuova seggiovia che rincarano per i rincari dei materiali.  

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