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Cronaca

"Io in cassa integrazione a zero ore con stipendio decurtato, e di parecchio": il Covid fa male anche così

Stefano dipendente dal 1986 della società Autostrade si è ritrovato a fare i conti con gli effetti collaterali della pandemia

"Dal 23 marzo sono a casa in cassa integrazione a zero ore". Così Stefano Rivola, bolognese, dipendente dal 1986 della società Autostrade per l'Italia, a Bologna Today.

"In realtà ci sono uffici che potrebbero operare in sicurezza, scongiurando un eventuale contagio da covid, basterebbe montare una barriera in plexiglas, come stanno facendo tutti, mentre solo chi vuole potrà fare qualche turno ai caselli. Come si sa lo stipendio in cassa integrazione è decurtato di parecchio"- continua Stefano Rivola che lavora all'ufficio telepass europei ed è appunto tra i 4357 lavoratori a rischio -"ma l'azienda ha scelto di non integrare la differenza. Ci sarebbe anche un'altra strada, quella dell'Ebinat - Ente Bilaterale Nazionale delle società concessionarie di Autostrade e Trafori - al quale l'azienda versa delle quote, ma non sappiamo ancora se integrerà la differenza, in tal caso ce la potremmo fare".

Della situazione aveva parlato anche Alberto Daddese, delegato Uil trasporti Emilia Romagna, che rappresenta i lavoratori dell'autostrada A1, la Bologna - Canosa; Bologna Padova e Bologna Cattolica (A13 e A14), contattato da Ivan Grozny Compasso di Padova Oggi: "Abbiamo spinto per una reale rotazione del personale coinvolto per garantire equità tra i lavoratori, per gestire al meglio la ricaduta economica che il lavoratore avrà. Siamo nell’ottica di una forbice che va dal trenta al quaranta per cento dello stipendio, sempre facendo presente che la busta paga di un lavoratore è condizionata dai turni festivi, notturni, dai premi produzione e tante altre voci che ne compongono la busta paga. Ci siamo trovati anche a mediare sulle soluzioni per rendere il servizio al cittadino, perché c’è da pensare pure a quello".

Dopo il calo del traffico, stimato tra il 50 e io 70%, il 23 marzo con una comunicazione ai lavoratori è stato chiesto di “consumare” permessi e ferie per poter eventualmente accedere alla cassa integrazione, ma, dice Stefano "alcuni sono a casa da prima, come chi lavori ai Punti Blu, chiusi dal 9 marzo, e non vengono coinvolti nella rotazione degli orari, come è accaduto a me".

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