Carceri, oggi in cdm sul tavolo la proposta dei braccialetti elettronici
I sindacati dei poliziotti continuano il pressing per la grave situazione della Dozza: i locali della sezione giudiziara sono stati danneggiati durante la rivolta. Le proposte di Antigone
Una accelerazione e l'ingresso anticipato di mille agenti penitenziari in più e la dotazione dei braccialetti elettronici per i detenuti in buona condotta, che potranno così scontare la pena al domicilio per sfoltire il cronico sovraffollamento negli istituti penitenziari.
Sono le proposte sul piatto del governo, che oggi in consiglio dei ministri è chiamato a licenziare la prima tranche di risorse per affrontare l'emergenza coronavirus. Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, secondo quanto filtrato da fonti governative, starebbe valutando entrambe le misure, in un pacchetto 'coronavirus' per le carceri che comprenderebbe altri provvedimenti.
Intanto, proprio ieri un'altra nota congiunta dei sindacati penitenziari ritornava sulla situazione del carcere della Dozza, la cui sezione giudiziaria è rimasta gravemente danneggiata dopo i disordini dei giorni scorsi, andando ad aggravare ua situazione già al limite.
"Ormai da mesi si registra il cospicuo incremento della popolazione detenuta" spiegano i sindacati in una nota che cita circa 890 detenuti presenti, a fronte di una capienza regolamentare di 492. I reparti più a rischio sono quello Infermeria ed quello giudiziario, e anche quello femminile.
Sull'altro fronte, quello delle tutele dei diritti dei detenuti, sono l'associazione Antigone, Arci, Anpi e Gruppo Abele lanciano una serie di proposte "per la salute, la dignità e contro l'isolamento" nelle carceri, in merito anche all'emergenza Coronavirus. Ridurre il numero di detenuti dentro il penitenziario attraverso misure alternative, come la detenzione domiciliare nei casi previsti.
Si propone anche l'acquisto di uno smartphone ogni 100 detenuti, con chiamate da fare sotto al supervisione visiva di un agente per massimo 20 minuti. Infine si sollecita la fornitura sanitaria per tutti, agenti e detenuti, per il contrasto alla diffusione del coronavirus.