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Cronaca

Coronavirus, Centergross: "Siamo pronti per fase 2, fateci riaprire"

Le operazioni di messa in sicurezza e di riavvio di tutte le attività possono richiedere fino a due settimane di tempo a seconda della grandezza delle realtà coinvolte: per questo è fondamentale tornare al lavoro il prima possibile

"Le nostre imprese sono pronte per la Fase 2. Dateci la possibilità di ripartire". È questo il messaggio con cui Centergross e Confcommercio Ascom Bologna chiedono a gran voce la veloce riapertura delle aziende e dei negozi della moda, in piena ottemperanza con le più stringenti norme sanitarie.

Davanti al rischio di mettere a repentaglio l’intero settore, si legge in una nota, oggi la necessità per gli imprenditori è quella di un immediato rientro nelle proprie aziende, utile alla riorganizzazione del ciclo produttivo e di quello commerciale in totale sicurezza.

Il distretto della moda bolognese e l’associazione di categoria della Città Metropolitana di Bologna chiedono un impegno da parte dello Stato per incentivare i consumi di prodotti italiani attraverso la riduzione, se non l’azzeramento, delle aliquote IVA fino al 31 dicembre 2020 e la riduzione dei contributi fino al termine del 2021, per mantenere i lavoratori a costi sostenibili. Di grande importanza sarà anche la creazione di una campagna nazionale di valorizzazione del vero Made in Italy per incentivare il consumo di prodotti italiani.

"Siamo pronti all’immediata riapertura delle aziende del nostro distretto – afferma Piero Scandellari, presidente di Centergross – nel pieno rispetto delle norme sanitarie. Le operazioni di messa in sicurezza e di riavvio di tutte le attività inerenti al ciclo produttivo possono richiedere fino a due settimane di tempo a seconda della grandezza delle realtà coinvolte: per questo è fondamentale tornare al lavoro il prima possibile. Gli imprenditori di Centergross sono consapevoli dei sacrifici che li aspettano e sono pronti ad affrontarli, avendo già studiato le migliori soluzioni per rimettere in moto il ciclo produttivo. Le tempistiche in questo momento sono fondamentali, per alcune aziende la sopravvivenza adesso è una corsa contro il tempo".

"La riapertura dell’intera filiera della moda, dalla produzione alla distribuzione, è una necessità non più rinviabile – sottolinea Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Ascom Bologna: dobbiamo ripartire il prima possibile, chiaramente in totale sicurezza, ma senza perdere ulteriore tempo. Le imprese del comparto sono ferme da oltre un mese e il rischio che un asset altamente strategico per tutto il Made in Italy non riesca a recuperare i livelli di occupazione, reddito e consumi precedenti l’emergenza Coronavirus cresce di giorno in giorno. In un contesto che preme per riaccendere i motori dell’economia, – aggiunge Postacchini – il Centergross è chiaramente in prima fila, costituendo, come ben sappiamo, uno dei poli del pronto moda più importanti a livello nazionale e internazionale. Lo stesso discorso vale per le migliaia di attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso del settore moda presenti sul nostro territorio che chiedono con forza di ripartire e tornare a rappresentare, da un lato, il canale distributivo essenziale per tutta la filiera, dall’altro un eccezionale propellente per la piena ripresa della capacità produttiva e il rilancio dei consumi".

Centergross Polo d’eccellenza

Si sviluppa in un’area di 1 milione di metri quadrati alle porte di Bologna. Fondato nel 1977, raccoglie oltre 600 aziende, 400 delle quali del settore fashion, e 6.000 lavoratori. Il volume complessivo di affari, che ne fa una delle aree di maggiore fermento per il settore moda made in Italy a livello internazionale, è di 5 miliardi di euro l’anno, con una media di presenze di migliaia buyers al giorno, provenienti per il 60% dai mercati esteri, in particolare da Asia, Europa e Medio-Oriente. Presenti all’interno, piccole, medie, e grandi imprese, tra realtà internazionali come Gruppo Teddy (Rinascimento, Kitana, Terranova, Calliope - 644 milioni di fatturato e 2.892 dipendenti), e Gruppo Imperial (Imperial, Please, Dixie, Magico Kid - 200 milioni fatturato e 800 dipendenti).

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