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Cronaca

Il Covid-19 sta uccidendo le palestre: "Sapremmo come riaprire, ma si sono dimenticati di noi e rischiamo il collasso"

Il titolare della Extrafit di Bologna: "Non è solo l'ennesimo sfogo di un imprenditore. Allenandosi le persone possono avere uno stile di vita più sano e stare meglio. Il 20% ha già chiuso i battenti"

Palestre malate di Coronavirus che probabilmente non riapriranno mai più: quante saranno a fine emergenza? Tapis roulant con la spina staccata, pesi immobili sulle loro mensole, luci spente, la scritta off su tutti i pulsanti delle macchine: "La preoccupazione è enorme anche perchè la nostra categoria non è stata neppure menzionata da nessuno - a parlare Sergio Beccalli, titolare della Extrafit di via Po - Eppure in Italia le palestre 20 milioni e a Bologna circa 150 - navighiamo a vista e non ci sono state date neppure delle vaghe indicazioni su quello che ci potrebbe essere chiesto al momento della riapertura, anche se gli adeguamenti riguarderanno inevitabilmente anche delle modifiche strutturali che necessitano progettazione e tempi specifici". 

"Già chiuse il 20% delle palestre, non hanno retto a tutto questo"

I titolari delle palestre si sentono dunque degli esclusi? Dai piani di sostegno, dai decreti, dai calendari del governo? "Assolutamente sì. Siamo una delle fasce ad alto rischio di sopravvivenza al pari delle discoteche, mentre il vero problema è che non c'è target, non c'è una linea di arrivo per poterci organizzare. O perlomento cominciare a farlo. Se le cose restano così il 60/70% delle palestre morirà con il Covid-19 e un dato che rende bene l'idea di questa agonia per il settore sono le azioni del leader Technogym, che sono arrivate a dimezzarsi. Ogni giorno partecipo a workshop fra colleghi e siamo d'accordo sul fatto che le chiusure già effettive sono circa il 20%. Ce lo confermano le interruzioni dei gestionali che regolano i tornelli e i badge per intenderci: se non rinnovano, non riaprono. Si sono dimenticati di noi". 

Le soluzioni ci sarebbero, ma sono costose

Se il presidente del consiglio le chiedesse come pensate di mettere in sicurezza le palestre per ripartire in serenità avreste delle soluzioni sul tavolo? Ipotizzando ovviamente un fondo che ve lo consenta, visto che gli interventi strutturali sarebbero costosi e si sommerebbero alle perdite già subite...Delle idee già pronte da elaborare insomma? "Ecco come la vedo io. Intanto apertura da settembre così nel frattempo abbiamo modo di adeguare le strutture ai distanziamenti necessari. Poi si organizzano i flussi di entrata e uscita con prenotazioni da un'ora e mezza ciascuna da rispettare. In Cina hanno anche vietato l'ingresso agli spogliatoi per esempio. Potremmo poi allargare gli orari di apertura e passare da 7-23 a 6-24 per consentire a più clienti di frequentare la nostra palestra. Eliminare i corsi collettivi e sanificare l'aria. Le modalità ci sono". 

Intanto le bollette arrivano e gli abbonamenti vanno rimborsati

Tra affitti e abbonamenti inutilizzati da rimborsare, qual è la situazione di crisi che state vivendo? "La legge non ci obbliga a rimborsare gli abbonamenti visto che abbiamo chiuso per cause di forza maggiore, ma come potremmo non farlo per i nostri clienti? Che poi, i nostri clienti, torneranno? Saremo stati chiusi sei mesi e dovremo lavorare altri sei mesi senza incassare: questo è il succo. Intanto però le spese non spariscono e continuiamo a pagare affitti e bollette (con consumi da 263 euro e spese varie da oltre 500 euro), mentre i famosi prestiti da 25 mila euro solo in particolari condizioni".  

consumo e bolletta-2

"Caro governo vorremmo sapere quando potremo riaprire. Quando, non come! Il come? lo sappiamo: con sacrifici, con sudore, con preoccupazione, con distanze, con rispetto per la salute di tutti, con zero incassi, con tanti altri debiti, ma con tenacia, con coraggio e con determinazione". 

Sergio Beccalli

Le palestre sono anche un 'patrimonio' che crea benessere? "Se tutti andassero in palestra è stato studiato che la spesa sanitaria pubblica calerebbe del 30% perchè lo sport è prevenzione, anche se lo si pratica anche solo due volte a settimana. I nostri clienti sono il nostro patrimonio".

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Sergio Beccalli e Pierluigi Alessandri

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