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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus e 'fase 2', Giove (Cgil): "Ripresa? Tra diversi mesi, prima la sicurezza"

Per il numero uno del sindacato dal 4 maggio occorre farsi trovare pronti ma intanto nessun dietrofront sulle autorizzazioni a produrre "Silenzio-assenso delle Prefetture è da superare"

"Pur in presenza della conferma di misure fortemente restrittive per ancora alcune settimane, è necessario fin da ora cominciare a ragionare su come riavviare in sicurezza le attività produttive e di servizio". Tuttavia, avverte Luigi Giove, segretario della Cgil dell'Emilia-Romagna, bisogna andarci 'piano'. A partire dalle stesse parole che si usano per inquadrare la fase post lockdown.

Tanto per cominciare "è necessario anche un cambio di linguaggio: appare infatti inopportuno parlare di 'ripresa produttiva'", avvisa Giove. Un messaggio alle tante aziende che scalpitano per riaccendere i motori. "Se di ripresa vera e propria si potrà parlare, questa sarà all'ordine del giorno solo tra diversi mesi e a emergenza conclusa", completa il ragionamento Giove in un lungo intervento pubblicato sul quotidiano on line 'Il Diario del lavoro'.

Insomma, per il sindacato ci vorrà tempo perché tutto torni come prima. "La convivenza con una situazione straordinaria e con la presenza stessa del virus Covid-19 sarà lunga, pertanto è necessario affrontare rapidamente il come si gestisce una fase altrettanto lunga di transizione", dice Giove, nella quale "anche a fronte di eventuali alleggerimenti delle norme restrittive sin qui adottate, alcune importanti limitazioni saranno certamente mantenute".

Resteranno le norme di distanziamento tra le persone, "come le limitazioni agli spostamenti e alla mobilità saranno solo gradualmente, ma non del tutto, attenuate". Per Giove "ciò implica la necessità di declinare anche nei luoghi di lavoro condizioni coerenti. In ogni caso, è indispensabile che al più presto si superi la logica che ha ridotto le attività consentite alle sole filiere essenziali attraverso lo strumento inefficace dei codici Ateco".

Per la Cgil dell'Emilia-Romagna si è rivelato "totalmente inadeguato il modello adottato, centralizzato presso le Prefetture, che sta determinando una situazione fuori controllo fatta di deroghe, silenzio assenso e che agevola le imprese che agiscono in modo spregiudicato". Per Giove, invece, nella fase 2 "lavora e produce solo chi è in grado di garantire livelli adeguati di sicurezza sul lavoro, di rispetto della salute dei lavoratori e di adozione di sistemi efficaci a contrastare la diffusione del virus".

Il che comporta l'esigenza di "ripensare, nel suo complesso, il sistema produttivo e dei servizi ad esso connessi. A partire dalla mobilità delle persone da e per i luoghi di lavoro; dai modelli organizzativi dei singoli luoghi di lavoro; dagli spazi di lavoro; dal layout delle aziende; dagli orari di lavoro; dalla quantità delle produzioni; dalla saturazione degli impianti; da un uso adeguato ed esteso dello smartworking".

La Cgil mette in cima alla lista l'obbligo di garantire "sufficienti disponibilità di dispositivi di protezione individuali che siano anche adeguati alla tipologia di lavoro svolto e al tipo di organizzazione del lavoro e quindi al fattore di rischio". E per garantire che mascherine e quant'altro non manchino mai, Giove caldeggia "un piano di riconversione produttiva di aziende che siano in grado di assicurare le forniture al mercato interno regionale e nazionale".

Di pari passo dovranno andare la formazione per diffondere la "profonda conoscenza e consapevolezza di come affrontare il lavoro in una condizione di convivenza con il virus", gli ammortizzatori sociali e le misure come i congedi parentali. (Mac/ Dire)

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