Coronavirus e fase due: "Molte migliaia di aziende bolognesi chiedono di ripartire"
"Abbiamo molte attività nella nostra Città metropolitana che rischiano di uscire dal mercato nazionale e soprattutto internazionale"
Nell'area provinciale di Bologna ci sono "molte migliaia" di aziende che chiedono di poter riprendere l'attività dopo il lockdown provocato dall'epidemia coronavirus: dato che "indica l'urgenza di questa ripartenza", afferma il parlamentare Gianluca Benamati (Pd), che affianca il sindaco Virginio Merola nel coordinamento del Tavolo metropolitano per la sicurezza sul lavoro. Quella sulla ripartenza oggi è una "domanda cruciale", sottolinea Benamati nel corso del "Filo diretto" sulla pagina del Pd bolognese.
Il dem indica "tre fattori fondamentali. Il primo è la sicurezza sui luoghi di lavoro: si riparte quando si può garantire completamente la sicurezza dei lavoratori, mediante misure di distanziamento e dispositivi di protezione individuale". Poi c'è la situazione "critica" di una parte delle aziende: "Abbiamo molte attività nella nostra Città metropolitana che rischiano di uscire dal mercato nazionale e soprattutto internazionale- avverte Benamati- perché se non producono per la filiera estera che sta lavorando, la filiera estera si organizza su altri fornitori.
E questo non vuole solo dire perdere quel mercato ma, per quell'azienda, vuol dire correre il rischio di non riaprire avendo poi i dipendenti che perdono il posto di lavoro". Infine, c'è una considerazione "geografica", segnala Benamati, visto che l'impatto del virus non è uguale in tutti i territori. Fatte queste premesse, "il Governo e la Regione si stanno orientando su protocolli di filiera per garantire la sicurezza dei lavoratori", continua Benamati, mentre parallelamente c'è la strada dei tavoli provinciali promossa dai parlamentari bolognesi del Pd.
Incrociando questi strumenti, "le aziende possono in sicurezza ripartire. Nella nostra Città metropolitana- afferma Benamati- ci sono molte migliaia di domande in questo senso e questo indica l'urgenza di questa ripartenza", che dev'essere "in sicurezza" ma anche "la più rapida possibile". Infine, nella prossima conversione dei decreti "cercheremo di istituzionalizzare il ruolo dei tavoli locali e delle filiere. Penso che l'Emilia-Romagna possa essere un po' capofila anche in questo". (Pam/ Dire)